Se ad Amendola piace Salvini: la crisi dell’anima popolare della sinistra romana
C'erano una volta le Giunte Rosse, Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli e Ugo Vetere, i governi di centrosinistra di Roma che hanno messo la parola fine alla storia delle baracche e dei borghetti, nel tentativo di garantire il diritto ad avere una casa a tutti. Con il senno di poi un'operazione piena di problemi, con l'edificazione dei quartieri popolari che ora si sono trasformati in ghetti e piazze di spaccio, come Tor Bella Monaca e San Basilio, ma figlia di una visione politica perseguita con convinzione. C'era una volta Renato Nicolini, geniale assessore alla cultura, comunista ed intellettuale eretico, che ammaliava il mondo inventando l'Estate Romana, dando nuova vita agli spazi urbani e restituendo la città e le strade ai cittadini.
Ora le roccaforti degli eredi del Pci sono Parioli e Prati, un fatto talmente noto e raccontato da essere divenuto quasi un cliché. Una crisi d'identità talmente profonda quella della sinistra romana, da sempre mossa da un'anima popolare, in una città senza operai dove i quartieri e le borgate più che la fabbrica hanno rappresentato il campo d'intervento privilegiato per le sinistre. Le battaglie per la casa e per uscire dalle baracche prima, poi quelle per i bus e gli asili nido nei nuovi quartieri popolari. Le periferie vecchie e nuove hanno decretato un plebiscito per Virginia Raggi alle ultime elezioni comunali, e per la prima volta alle scorse politiche e regionali la Lega ha raggiunto risultati considerevoli nella capitale, attestandosi oltre il 10% in quasi tutte le circoscrizioni.
Claudio Amendola, icona della romanità e della Garbatella "rossa" dei Cesaroni, volto della città popolare e giallorossa, da sempre di sinistra, ha detto intervistato in tv che "Salvini è il miglior politico degli ultimi vent'anni". Poi, subissato dalle polemiche, ha precisato e spiegato la sua dichiarazione in una lettera al Corriere della Sera: "Quando ho detto che Salvini è il miglior politico degli ultimi venti anni ho sbagliato, avrei dovuto dire degli ultimi trenta. In questo lungo periodo abbiamo assistito alla lenta ma inesorabile evaporazione della sinistra in tutte le sue accezioni, alla nascita di un partito azienda che tutto è stato (e ancora è) tranne che un partito politico (..). In questo panorama Salvini ha preso un partito regionale, ai margini della scena politica, gravato da scandali e appesantito da un disprezzo diffuso e lo ha trasformato in un partito nazionale che governa le più ricche e produttive regioni italiane, ha conquistato la leadership della sua coalizione e si presenterà davanti al presidente della Repubblica, forse, per avere l’incarico di governo. Faccio fatica a trovare un politico che negli ultimi trenta anni abbia fatto altrettanto…”.
Claudio Amendola non è diventato di destra dunque, ma denuncia che la sinistra non fa più politica. Non gli piacciono le idee di Matteo Salvini, registra con impotenza i suoi successi L'attore rispecchia nelle sue dichiarazioni la crisi prima di tutto della sinistra romana, in primo luogo del Partito democratico: sconfitta, priva di un dialogo con la città, che ha smarrito per strada la sua anima popolare, orfana di un'idea di trasformazione in grado di migliorare la vita delle persone, considerata antipatica e inutile dai suoi ex elettori. Così la Lega si fa largo anche a Roma.