Scontri al Circo Massimo: fermate 15 persone tra ultras e militanti di estrema destra
Quindici persone fermate dalle forze dell'ordine dopo gli scontri di sabato 6 giugno al Circo Massimo sono comparse davanti al giudice per la convalida dell'arresto, in attesa di essere processate per direttissima. In carcere un tifoso giallorosso e uno biancoceleste, ritenuti responsabili di aver partecipato attivamente ai disordini, lanciando bottiglie di vetro contro giornalisti, carabinieri e poliziotti schierati in via dei Cerchi. Tredici le persone fermate. Questo il bilancio della manifestazione organizzata dai ‘Ragazzi d'Italia' che sabato scorso ha riunito centinaia di neofascisti, tra ultras e militanti di estrema destra, che si sono radunati al Circo Massimo per protestare contro il Governo Conte e ai provvedimenti economici messi in atto per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Una manifestazione in occasione della quale il questore di Roma Carmine Esposito ha blindato il centro storico e le sedi istituzionali, mettendo in strada 1500 uomini e donne tra Polizia di Stato, carabinieri e polizia locale, per mantenere la sicurezza nella Capitale.
Tra due settimane riprende la seconda parte del campionato di calcio
Una manifestazione sfociata in una lite scaturita tra gli stessi militanti, che alla vista dei giornalisti, si sono agitati, per poi picchiarsi tra loro. I disordini a meno di due settimane dalla ripresa della seconda parte del campionato di calcio. "Il tifo violento non avrà spazio – così ha commentato il pomeriggio il ministro per lo Sport e le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora – Devastare la città, aggredire giornalisti e forze dell’ordine, lanciare insulti e minacce antisemite è quanto di più lontano possa esserci dai valori dello sport e dalla passione calcistica. Non basta però la condanna – ha scritto su Facebook – le formazioni neofasciste del Paese vanno sciolte, le sedi come CasaPound liberate e restituite alla cittadinanza".