Scandalo gay nei Carmelitani: “Vi racconto le mie notti di sesso con il prete”
“L’ho conosciuto nel 2004 a Villa Borghese, mi offrì una sigaretta. Era lui, il superiore dei carmelitani… Poi un giorno, a un funerale, l’ho riconosciuto mentre si vestiva in sacrestia. L’avevo visto due ore prima, in un sottopasso qui dietro, per un rapporto, ma senza ricevere soldi… Non sapevo che era un prete”. A parlare è Angelo F., uno dei gigolò coinvolti nello scandalo nella Santa Teresa d’Avila, a Roma. Si è presentato lui stesso domenica in chiesa e, pochi minuti dopo la fine della messa, sul sagrato della parrocchia ha raccontato la sua versione ai fedeli e ai giornalisti.
“Era il 2004-2005. Io vivevo qui, in uno sgabuzzino, facevo il servizio Caritas, partecipavo d’estate alla festa di Santa Teresa… Quando ho detto ‘sta cosa a padre Alessandro, lui non mi credeva, ma poi l’abbiamo pedinato: usciva all’una di notte dalla strada di dietro”. La relazione con il prete sarebbe durata più di un anno e gli incontri si sarebbero tenuti Villa Borghese, all’aperto. “E tutti sapevano! Don Agostino, il vecchio parroco, sapeva. A padre Gabriele l’ho detto in confessionale e mi ha risposto che voleva tenersi fuori… Lo sapeva pure don Giuseppe, il parroco di San Nicola a via dei Prefetti”. Tutti sapevano, dice Angelo F., ma nessuno ha mai parlato. Anzi, quando la storia ha cominciato a venire a galla, i parroci della chiesa romana sono stati trasferiti in blocco, senza spiegazioni. È allora che i fedeli hanno chiesto informazioni alla Chiesa scrivendo una lettera al Papa. Invocano “trasparenza e il coraggio della verità”.
