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San Basilio, Acea stacca elettricità a stabile occupato da 96 famiglie: tra loro ci sono disabili

Oggi l’Acea, accompagnata dalle forze dell’ordine, ha staccato l’elettricità al Residence Aniene, lo stabile occupato da 96 famiglie in emergenza abitativa nel quartiere romano di San Basilio. Tra loro c’è anche una donna che vive attaccata alla bombola dell’ossigeno. “Va trovata una soluzione soprattutto per lei”.
A cura di Natascia Grbic
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Questa mattina Acea ha staccato l'elettricità al Residence Aniene, lo stabile di via Tiburtina 1064 occupato sei anni fa durante lo Tsunami Tour da 96 famiglie in emergenza abitativa. "Erano già un po' di giorni che ci aspettavamo succedesse una cosa del genere – ha detto Davide, attivista di Asia Usb – Perché varie volte il proprietario del residence (Fabrizio Gianni, N.d.R.) era andato in televisione a lamentarsi dell'occupazione dell'uso dell'energia elettrica". Tra loro c'è anche "Nonna Pina", una signora di 77 anni gravemente malata e costretta a vivere attaccata alla bombola d'ossigeno: e, per lei, l'elettricità è necessaria per sopravvivere. Qualche settimana fa si era incatenata al Campidoglio per chiedere alla sindaca Virginia Raggi una soluzione per la sua situazione: una casa per poter vivere in maniera dignitosa. "Sono anni che sto in un'occupazione, sono malata. Ho l'ossigeno, un enfisema polmonare, ho l'osteoporosi, che altro mi deve venire? Un monolocale a 550 euro ma chi me lo dà, che ne prendo 630 di pensione?", aveva detto a Fanpage.it.

Residence Aniene, le 96 famiglie avevano tentato interlocuzione con Acea

Sin dall'inizio dell'occupazione, le famiglie del residence Aniene hanno chiesto all'Acea di avviare le procedure per poter provvedere loro stessi al pagamento delle bollette. "Abbiamo avviato un'interlocuzione sin da subito – dice Federico, che abita nel residence – Ma la risposta da parte loro è sempre stata negativa. Noi però siamo sempre stati disposti a pagare: un prezzo più basso magari, perché qui siamo tutte persone e famiglie a basso reddito, ma non ci siamo mai tirati indietro". Dopo che al residence Aniene è stata staccata l'elettricità, le 96 famiglie che abitano al suo interno hanno fatto irruzione al consiglio del IV municipio, chiedendo una soluzione per chi abita lì dentro, ma soprattutto per la signora Pina, che necessita dell'elettricità per vivere. Al momento, non è stata ancora trovata una soluzione. "Denunciamo la mancata attuazione del piano casa regionale e gli ingiustificati ritardi nell'avvio di soluzioni abitative vere – ha scritto l'Asia Usb in una nota – questo nonostante l'impegno (già disponibili dal 2014) di almeno 200 milioni di fondi ex-Gescal, ad oggi non spesi. I poveri di questa città sono ostaggi della demagogia legaritaria, delle mire speculative dei costruttori e della rendita parassitaria, che hanno impedito fino ad oggi di mettere in atto una politica pubblica sulla casa. La Regione Lazio, competente per le politiche abitative, metta in atto il piano regionale approvato già nel 2014 e a mai approvato. Non lasciamo sole le famiglie che non ce la fanno a pagare affitti e mutui insostenibili".

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