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“Salviamo Atac”: consiglio comunale sospeso. Proteste e scontro maggioranza e opposizione

Proteste di comitati e lavoratori in aula Giulio Cesare durante il consiglio straordinario su Atac. Scontro tra maggioranza e opposizioni sul futuro dell’azienda e sulla procedura di concordato preventivo. Il presidente Marcello De Vito costretto a sospendere i lavori per alcune decine di minuti.
A cura di Valerio Renzi
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Pomeriggio di urla e animate discussioni in aula Giulio Cesare per il consiglio straordinario su Atac. Lo stato di salute dell'azienda del trasporto pubblico romano è il dossier più scottante nelle mani dell'amministrazione di Virginia Raggi. Lavoratori e opposizioni sono sulle barricate, per avere certezze sul futuro di Atac, società fallita nei fatti gravata da 1,3 miliardi di debiti. Da una parte c'è chi parla di un processo di privatizzazione strisciante, dall'altra chi come i Radicali chiede che il comune dia pubblicità del referendum cittadino del 3 giugno prossimo sulla liberalizzazione del servizio.

Radicali e Usb in piazza del Campidoglio

In piazza del Campidoglio da una parte i Radicali Romani, dall'altra i lavoratori dio Atac, Roma Tpl e Corpa convocati da Usb, che manifestano contro l'accordo sindacale recentemente firmato e contro la privatizzazione. "Il dato assurdo che rileviamo è che l'assemblea non ha dato diritto di intervento ai rappresentanti dei lavoratori, un atto antidemocratico e grave soprattutto rispetto alla grave situazione in cui versa il Tpl romano con un servizio garantito solo per il 30%, con un rischio paralisi a causa della mancata nutenzione dei mezzi e il mancato pagamento degli autisti di Roma Tpl", ha dichiarato Fabiola Bravi di Usb.

Le proteste in aula Giulio Cesare: "Cittadini Raggi-rati"

Il consiglio intanto è stato sospeso per la protesta del comitato ‘Mejo de no' e di diversi lavoratori, che hanno urlato "Atac pubblica, "Buffoni" e "Vergogna" all'indirizzo della maggioranza. "Dici di essere per il pubblico e aumenti la quota dei privati. Lavoratori e cittadini Raggi-rati", recitavano i cartelli esposti. Nella confusione si sono mobilitati anche i consiglieri di centrodestra che hanno occupato i banchi della giunta con uno striscione con su scritto "Salviamo Atac".

"Siamo convinti che, nell'affrontare il tema di un servizio essenziale come il trasporto pubblico, – scrive in una nota il Comitato Mejo de no – non possano infatti prevalere posizioni approssimative, demagogiche o semplicemente speculative. La Raggi non ha consultato il Consiglio comunale prima di portare Atac in fallimento e lo ha fatto per sue scelte contabili sul bilancio. Come molti altri prima di lei ha usato Atac come una pattumiera dove mettere i debiti del Comune, facendola traboccare. Ora la situazione è drammatica e, mentre si dichiara a favore del servizio pubblico in televisione, con la sua Giunta si prepara ad aumentare la quota della gestione privata del trasporto a Roma, gestione che nelle periferie ha già dato esiti disastrosi con scioperi selvaggi, cause milionarie (una parte del debito che sta mandando in fallimento Atac deriva proprio da lì, accollatogli senza ragione dal Comune) e disservizi gravissimi".

Proteste che hanno attirato l'ironia del capogrupo del M5s Paolo Ferrara, che su Facebook pubblica una foto delle proteste commentando così: "Queste sono le opposizioni che oggi chiedevano un consiglio straordinario su Atac e che rallentano i lavori dell’Aula".

Meleo: "Basta allarmismo, concordato unico percorso per evitare fallimento Atac"

Nel suo intervento l'assessora Meleo ha invitato a mettere fine a quelli che definisce come "allarmismi" sul futuro di Atac, e rivendica la strada del concordato preventivo, unico percorso possibile secondo la maggioranza per evitare il fallimento e mantenere il controllo pubblico sul trasporto della capitale: "Il nostro obiettivo è che Atac sia risanata, rimanga pubblica e conosca un nuovo futuro che la renda un'azienda efficiente. Il percorso di concordato preventivo in continuità è iniziato in maniera coraggiosa. Sono trascorsi dei mesi, il tribunale ha dato una serie di indicazioni e l'azienda sta lavorando e producendo tutti gli atti necessari. Il percorso del concordato è quello giusto, voglio rivendicarlo, ed era l'unico percorso possibile: era l'unica via che potevamo perseguire per mantenere il servizio pubblico e allo stesso tempo tutelare tutte le persone che onestamente svolgono il loro lavoro in Atac".

Meleo non ha rinunciato ad attaccare quelli che sono venuti prima ("Atac è un'azienda che è stata caratterizzata, negli ultimi anni, da inefficienze e da vicende come Parentopoli. Abbiamo preso atto della situazione trovata, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo intrapreso azioni non rivolte a mantenere quello che ci è stato in questi anni"), spiegando poi come entro il 30 maggio saranno fornite al Tribunale Fallimentare tutte le risposte necessarie a portare a termine l'iter del concordato. L'assessora ha spiegato come, nonostante la fase difficile, l'amministrazione abbia continuato gli investimenti: "A dicembre abbiamo stanziato 167 milioni che saranno necessari per l'acquisto di 690 nuovi autobus. È un atto di responsabilità molto importante dell'amministrazione contro le politiche del passato volte solo a far galleggiare l'azienda, con proventi dati una tantum e interventi che hanno solo traghettato Atac in una situazione di sopravvivenza ma non facendo niente in prospettiva futura".

Forza Italia e Fratelli d'Italia: "Chiarezza sul piano"

"Fino ad ora sulla situazione di Atac abbiamo sentito solo le parole dell'assessore Meleo che ripete a oltranza che il concordato preventivo era l'unica strada percorribile e che si sta elaborando un piano industriale per evitare il blocco totale dei servizi pubblici già dal prossimo maggio. Forza Italia è sempre stata scettica su questa scelta soprattutto in termini di livelli occupazionali. Chiediamo alla maggioranza di esporre in Assemblea almeno per punti il piano da portare in Tribunale. Il nostro scopo è quello di tutelare l'azienda e i lavoratori che, a oggi, rischiano tutto", così il capogruppo di Forza Italia Davide Bordoni. Gli fa eco dalla Fabrizio Ghera: "Come Fratelli d’Italia tempo fa abbiamo richiesto il Consiglio straordinario di oggi e in questi mesi più volte ribadito come la procedura attivata dalla Giunta Raggi fosse un’opzione da caduta libera e senza certezze. Oggi abbiamo presentato un ordine del giorno in cui chiediamo di ritirare il concordato, che Comune Regione e Ministero dei Tasporti s'impegnino per trovare soluzioni per la mobilità romana. Inoltre, di calendarizzare la votazione della proposta di delibera per l’istituzione della Commissione Speciale, al fine di programmare un piano di indagine per la verifica del debito di Atac".

Pd: "Ritirare la procedura di concordato"

La richiesta di ritirare la procedura di concordato è stata condivisa anche dal gruppo del Partito democratico in assemblea capitolina, che ha depositato a inizio della seduta un'apposita mozione. "Nella capigruppo di oggi abbiamo rinnovato la richiesta di ascoltare i rappresentanti dei lavoratori di Atac. – sottolinea poi Giulio Pelonzi del Od – Con stupore abbiamo ricevuto nuovamente dal presidente dell'Aula, Marcello De Vito, un diniego. In passato, anche per situazioni estremamente critiche come quelle di Roma Multiservizi, la richiesta di far parlare i rappresentanti dei sindacati, sollecitati anche dal M5s, era stata accolta. Non capiamo perché, a parti invertite, si neghi la possibilità ai rappresentanti dei lavoratori di intervenire nel corso del consiglio straordinario su Atac"

Fassina (Si): "Internalizzare manutenzione e tutela lavoratori"

"Avremmo voluto qui l'assessore al Bilancio per spiegarci come intende compensare il rinvio del credito del Comune di Roma su Atac, che non credo sia irrilevante in merito all'assetto di bilancio del Comune, ma non c'è. E sulla questione manutenzione, insieme al destino dei lavoratori di Corpa c'è anche quello fondamentale del servizio, oggi gestito in maniera insufficiente: noi chiediamo l'impegno per l'internalizzazione del servizio e delle maestranze che con professionalità lo hanno svolto in questi anni. Infine, in merito al referendum per la liberalizzazione del tpl a Roma, chiediamo l'impegno di tutta l'Aula per il ‘no'", così l'esponente di Sinistra Italiana Stefano Fassina.

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