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Salvatore Nicitra: è caduto il quinto Re di Roma

Il quinto Re di Roma, così lo aveva definito nel 2014 una fonte di Fanpage.it affermando in un’intervista anonima che Salvatore Nicitra era il regale mancante dopo Carminati, Fasciani, Senese e Casamonica. Un appellativo che non era piaciuto al diretto interessato che non si sarebbe sentito secondo a nessuno. Con l’operazione portata a termine oggi la Procura di Roma ha disarticolato l’organizzazione del boss di Roma Nord cresciuto all’ombra di Renatino De Pedis e che sul gioco d’azzardo aveva costruito il suo regno.
A cura di Simona Berterame
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Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana
Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana

Il quinto Re di Roma, così lo aveva definito nel 2014 a Fanpage.it una fonte anonima, affermando in un'intervista che Salvatore Nicitra era il regale mancante dopo Carminati, Fasciani, Senese e Casamonica, i quattro boss raccontati in questo modo nell'ormai celebre pezzo de ‘L'Espresso' a firma di Lirio Abbate del 2012. Secondo la nostra fonte, Nicitra non era soltanto un affiliato della Banda della Magliana ma era anche il trait d’union con la mafia per quanto riguarda soprattutto il traffico di stupefacenti. "Il suo nome è stato dimenticato ma è uno che opera a tutti i livelli nella Capitale, soprattutto nella zona di Primavalle. In realtà lui ha creato una rete di prestanome che operano nella grande distribuzione del commercio". La definizione dell'epoca di quinto Re di Roma,  è emerso lungo l'indagine avrebbe fatto storcere il naso a Nicitra, uomo dallo spiccato carisma criminale che non voleva essere secondo a nessuno.

"Io sono un boss e metto le macchinette dove voglio"

"Io sono un boss e posso mettere le macchinette dove voglio", così parlava Salvatore Nicitra in un'intercettazione parlando dell'impero che aveva creato nella zona nord della Capitale nel mercato del gioco d'azzardo.  "Non ho più bisogno di spacciare droga e non ho bisogno di azioni violente perché sono rispettato da tutti", diceva in un'altra intercettazione.  L'Operazione Jackpot, così è stata denominata, ha smantellato il suo impero basato sul controllo del gioco d'azzardo legale e illegale, con 38 ordinanze di custodia cautelare (27 persone in carcere e 11 agli arresti domiciliari) emesse grazie ad un'imponente operazione partita alle prime luci dell'alba a Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce fino anche in Spagna e Austria. Al momento c'è ancora una persona ricercata in Francia. Sono stati sequestrati beni per 15 milioni di euro, che gli investigatori ritengono siano stati utilizzati per la commissione dei reati o acquisiti con proventi illeciti. Nicitra si trovava già in carcere dal giugno 2018 in seguito all'indagine Hampa che portò all'arresto anche di Franco Gambacurta, altro nome pesante della mala romana che aveva il suo regno a Montespaccato, con cui aveva stretto un'importante alleanza.

Salvatore Nicitra: il boss di Roma Nord cresciuto all'ombra di Renatino De Pedis

Il nome di Nicitra viene da lontano. Tra gli anni '80 e '90 si fa largo nell'organigramma della Banda della Magliana in quota di Enrico De Pedis. ‘Renatino', il Dandy di Romano Criminale assassinato nel 1990, lo tiene in grande considerazione assegnandogli come a un vassallo il controllo delle attività nei quartieri di Primavalle e dintorni.  "È un personaggio importante per legami presenti e passati con uomini di spicco", così lo ha definito il pm Nadia Plastina. Il capo di un gruppo in grado di intimidire e controllare il territorio, secondo la Procura, con l'utilizzo di metodi mafiosi

Gli omicidi per la conquista di Primavalle

Le indagini dei Carabinieri hanno consentito inoltre di far luce su 5 cold case, tutti avvenuti nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, ad eccezione di uno avvenuto all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa,  che vedono coinvolto Salvatore Nicitra allo scopo di consolidare il proprio potere criminale. In provincia di Napoli fu ucciso, Giampiero Caddeo, il 10 agosto del 1983, a causa del crollo di una parte divisoria della sua cella, per l'esplosione della bomboletta di un fornello a gas, innescato da Nicitra per uccidere Roberto Belardinelli che, in quel momento, era accidentalmente assente. L'altro cold case risale al 12 novembre del 1988 quando più uomini armati esplosero numerosi colpi d'arma da fuoco, in zona Primavalle, contro tre soggetti, tra i quali Paolino Angeli, colpito a morte, Franco Martinelli, che rimase ferito e Belardinelli il quale, a seguito di complicazioni successive, mori' il 17 dicembre dello stesso anno. Appena 12 giorni dopo, sempre in zona Primavalle, venne ucciso Valentino Belardinelli, fratello di Roberto.

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