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Salario accessorio, riprende tra le proteste la trattativa in Campidoglio

Dopo la bocciatura dell’accordo sottoscritto da Cisl e Cgil da parte dei 24mila dipendenti del Comune di Roma con un referendum, si sono riaperte le trattative in Campidoglio tra l’amministrazione e i rappresentanti dei lavoratori.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo la bocciatura dell'accordo sottoscritto da Cisl e Cgil da parte dei 24mila dipendenti del Comune di Roma con un referendum, si sono riaperte le trattative in Campidoglio tra l'amministrazione e i rappresentanti dei lavoratori. Fuori l'assemblea e il presidio promosso dall'Unione sindacale di base e da altre sigle, che hanno annunciato nuove mobilitazioni nei prossimi giorni.
"Il dialogo è aperto, ma non possiamo ignorare quello che dice il Mef", è quanto ha dichiarato il vicesindaco con delega al personale Luigi Nieri. "Se noi facciamo saltare l'atto unilaterale – prosegue Nieri – dietro poi non c'è più niente. Noi abbiamo una grande amministrazione con 23mila dipendenti che mandano avanti tutti i giorni la città e, quindi, ho un grande rispetto per tutto il personale capitolino. Per questo ho deciso di continuare a pagare il salario accessorio, e al momento possiamo farlo solo attraverso l'atto unilaterale". Il nodo dello scontro con i sindacati è proprio il salario accessorio, che in questi anni ha garantito una parte significativa dei soldi che i dipendenti comunali si mettevano in tasca che, secondo quanto stabilito dal Mef veniva erogato in maniera irregolare. Da qui la scelta del Campidoglio di vincolare il salario accessorio alla produttività e al merito dei dipendenti, scatenando al contempo le proteste dei lavoratori.
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