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Salario accessorio, Marino: “Non toccheremo gli stipendi”

I tecnici del ministero dell’Economia e delle finanze avrebbero chiesto al Comune di Roma di restituire 350 milioni di euro “indebitamente erogati” sotto forma di salario accessorio ai dipendenti comunali. Il rischio è che proprio questi ultimi debbano rimborsare l’Erario. Nieri: “Mef intransigente, sto dalla parte dei dipendenti”. Marino: “Non toccheremo gli stipendi”.
A cura di F.L.
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Nel pomeriggio, in parte, le nubi si diradano sul Campidoglio. "Non esiste alcuna perentoria richiesta del Mef per l'immediata restituzione di 350 milioni di euro", per il ministero del Tesoro erogati in maniera illegittima, dicono da Palazzo Senatori. La conferma arriva poi anche dallo stesso Mef: "Non abbiamo mai richiesto il recupero del salario accessorio". Poco dopo il chiarimento Marino dopo una riunione di giunta incontra i sindacati e promette:"Nessun salario di nessuno dei dipendenti sarà toccato e nessun euro dovrà essere restituito, nè ora nè mai. Questa posizione è stata condivisa con le parti sociali ed è confortata anche da un parere che abbiamo ottenuto dall'agenzia governativa che si occupa di questi aspetti". "I sindacati – spiega ancora Marino – ci hanno espresso la loro intenzione di iniziare il 2 luglio una vertenza di carattere nazionale per la revisione dei contratti che penso sia un'ottima decisione perché certamente la questione non è solo una questione del Campidoglio. Nelle prossime ore riinizierà un tavolo a oltranza con tutti i sindacati che hanno manifestato l'intenzione di arrivare a una firma definitiva del nuovo contratto decentrato".

La lettera del MEF

Il ministero dell'Economia e delle finanze avrebbe inviato una lettera al Comune di Roma per chiedere la restituzione di 350 milioni di euro "indebitamente erogati" dall'amministrazione comunale ai suoi dipendenti sotto forma di salario accessorio. A  darne notizia, nel pomeriggio di giovedì, è stato il sito ilrottamatore.it. La richiesta potrebbe essere l'ennesimo colpo alla giunta del sindaco Ignazio Marino, già alle prese con gli scandali legati a Mafia Capitale. Nel mirino dei tecnici del Mef sarebbe finita la parte variabile dello stipendio degli impiegati capitolini, "passata da 66 milioni nel 2008 a 345 milioni nel 2013".

La questione del salario accessorio aveva dato vita a un braccio di ferro tra il Comune e il sindacato, concluso con la firma di un accordo – poi però bocciato da un referendum e in corso di ridefinizione – arrivato anche dopo una due diligence sui conti del Comune affidata da Marino proprio ai tecnici del Mef. In questo studio si sottolineava che il salario accessorio non poteva essere erogato a pioggia, ma doveva essere agganciato alla produttività del dipendente. Una norma che era stata accolta dalla delibera del Campidoglio firmata nel luglio del 2014, che però, per evitare uno scontro con i dipendenti capitolini pronti a scendere in piazza, aveva accettato di "disporre il mantenimento del tutto temporaneo e salvo recupero, anche a conguaglio, delle erogazioni retributive previste dalla corrente disciplina decentrata dell'ente, oggetto di verifica e revisione". Il salario accessorio era stato attaccato a voci e funzioni precise, tagliando una decina di milioni di euro. Una misura che però non è bastata al Mef.

Il vicesindaco Nieri: "Mef intransigente"

Il rischio adesso è che debbano essere i dipendenti del Comune a restituire i 350 milioni richiesti. Tra l'Ufficio del Personale del Comune e la Ragioneria sono in corso riunioni per mettere a punto un piano di rientro. un'ipotesi è la riduzione del salario accessorio attuale dei dipendenti per cinque anni per rimborsare l'erario. Il vicesindaco Luigi Nieri attacca il Mef: "La linea del Mef continua a essere intransigente, mettendo persino in discussione la regolare costituzione del Fondo per la parte ‘variabile' e porterebbe a un'inaccettabile e immotivata decurtazione dei salari dei dipendenti, già ridotti all'osso. Se, come assessore al Personale, dovrò scegliere da che parte stare – conclude Nieri – io sceglierò di stare con i 23mila dipendenti del Campidoglio con i quali abbiamo lavorato e trovato una soluzione accettabile". E intanto la Cgil chiede di incontrare immediatamente il sindaco Marino per evitare una mobilitazione.

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