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Roma, Virginia Raggi inaugura la Giornata europea della cultura ebraica

La sindaca di Roma Virginia Raggi, assieme alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, ha inaugurato oggi la Giornata europea della cultura ebraica al Tempio maggiore. Raggi ha anche parlato del futuro del Museo della Shoah di Roma e annuncia: “Siamo riusciti finalmente a sbloccare i fondi”.
A cura di Valerio Renzi
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 Inaugurazione della mostra "Libro aperto" presso il Museo ebraico di Roma
 Inaugurazione della mostra "Libro aperto" presso il Museo ebraico di Roma

Domenica 18 settembre si celebra la Giornata Europea della Cultura Ebraica, promossa come ogni anno dall'European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage. Quest'anno il tema scelto è stato quella delle "Lingue e dialetti ebraici". A Roma, presso la sede del Museo ebraico al Tempio maggiore, inaugurata la mostra dedicata all'artista Paola Levi Montalcini.

Presente la sindaca Virginia Raggi, accompagnata dall'assessore alla Cultura Luca Bergamo. Ad accogliere le istituzioni cittadini la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. "È una bella sensazione essere accolti qui, e capire che in realtà facciamo parte tutti della stessa comunità, indipendentemente dalle differenze anche religiose. Il messaggio che mi sento e credo ci sentiamo di dare e' di una cultura che superi qualunque barriera", ha dichiarato Raggi.

La sindaca ha anche parlato del futuro del Museo della Shoah: "Siamo riusciti finalmente a sbloccare i fondi, che da anni probabilmente erano impantanati, e soprattutto abbiamo tutti una grande missione: coinvolgere i nostri bambini, le nostre giovani generazioni in un percorso che sia comune". Raggi ha anche promesso l'intensificazione del Viaggio della Memoria, che conduce i giovani delle scuole romane sui luoghi della Shoah.

La mostra, intitolata "Libro Aperto", vede l'esposizione di quattro opere in prestito dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono di dimensioni e forme diverse, incise su rame. Quello che accomuna le opere, oltre alla tecnica, è l’uso che Paola Levi Montalcini fa delle lettere e pseudo lettere, recuperate dalle scritture antiche e dai segni alfabetici di diverse culture. Un interesse che nasce dai primi studi di semiotica avviati dalla Levi Montalcini negli anni Cinquanta e che la porteranno da quel momento a lavorare sulla commistione di lettere e segni intesi come un unico linguaggio pittorico.

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