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Roma, via tre strade dedicate ai fascisti: al loro posto le vittime dell’Olocausto

Via le vie dedicate ai fascisti, al loro posto due donne e un uomo che hanno vissuto l’Olocausto sulla propria pelle. Enrica Calabresi, che ha ingerito del veleno per non andare ad Auschwitz, Nella Mortara fuggita in Brasile e poi tornata in Italia da clandestina, e Mario Carrara, morto in prigione a Torino.
A cura di Natascia Grbic
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Lo aveva già annunciato la sindaca Raggi nei mesi scorsi: tre strade dedicate a scienziati e intellettuali di spicco del fascismo sarebbero state cancellate. Al loro posto, tre vittime dell'Olocausto che si sono opposte alla dittatura del ventennio. Così, dopo che Facebook e Instagram ieri hanno cancellato le pagine social di CasaPound e Forza Nuova, adesso la giunta capitolina cancella tre fascisti dalle strade di Roma, di cui due dedicate al neuropsichaitra Arturo Donaggio e una al biologo Edoardo Zavattari. Entrambi hanno redatto e firmato il Manifesto della Razza approvato nel 1938. Così, a Primavalle via Arturo Donaggio diventa via Mario Carrara, dei pochissimi docenti universitari e italiani che rifiutarono il Giuramento di fedeltà al fascismo. Largo Arturo Donaggio diventa largo Nella Mortara, unica donna dell'istituto fisico ‘I ragazzi di via Panisperna' di Enrico Fermi. Lei fu radiata dal mondo accademico perché ebrea. Infine a Castel Romano via Edoardo Zavattari diventa via Enrica Calabresi: arrestata perché ebrea, doveva essere deportata ad Auschwitz. Rifiutò questo destino, bevve del veleno e si uccise.

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Mario Carrara

Solo dodici docenti in tutta Italia rifiutarono il Giuramento di Fedeltà al Fascismo: tra questi, c'era Mario Carrara. Considerato uno dei padri della medicina legale, perse la cattedra, il lavoro e venne escluso da tutte le cariche pubbliche. Nel 1936 fu arrestato con l'accusa di cospirare contro il regime fascista e imprigionato nelle carceri Nuove di Torino. Durante la detenzione continuò a lavorare al suo manuale di medicina legale, ma morì pochi mesi dopo.

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Nella Mortara

In seguito all'emanazione delle leggi razziali del 1938, Nella Mortara – che faceva parte dell'Istituto dei ragazzi di via Panisperna' di Enrico Fermi – fu radiata dall'università e da tutte le società di cui faceva parte perché ebrea. Scappò in Brasile dal fratello per sfuggire alle persecuzioni, ma tornò a Roma nel 1941 perché preoccupata per la sua famiglia. È stata nascosta fino alla Liberazione, dopodiché nel 1949 è stata reintegrata all'università.

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Enrica Calabrese

Enrica Calabrese è stata una docente universitaria italiana: segretaria della Società Entomologica Italiana dal 1918 al 1921, e docente di Entomologia agraria presso l'Università degli studi di Pisa, è stata radiata dall'università perché ebrea in seguito alle leggi razziali. Tra le sue allieve, anche Margherita Hack, che una volta ha ricordato il giorno della sua cacciata dal liceo classico Galileo dove insegnava. Arrestata nel 1944, doveva essere deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Rifiutò di fare questa fine e bevve del veleno che aveva portato con sé.

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