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Roma, vertice in questura sulle discoteche: stretta sui controlli e sulla vendita dei biglietti

A pochi giorni dalla tragedia avvenuta in un locale di Corinaldo, dove sono morti cinque ragazzi e una mamma, capo di gabinetto e questore stanno valutando i concerti in programma nei prossimi giorni nella Capitale e stanno decidendo quali misure adottare.
A cura di Enrico Tata
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Vertice in questura a Roma per mettere a punto un piano sicurezza più stringente per quanto riguarda locali, discoteche e concerti. A pochi giorni dalla tragedia avvenuta in un locale di Corinaldo, dove sono morti cinque ragazzi e una mamma, capo di gabinetto e questore stanno valutando i concerti in programma nei prossimi giorni nella Capitale e stanno decidendo quali misure adottare. Mercoledì 12 all'Eur al Pala Atlantico si esibirà il rapper Amis Killa e sempre all'Atlantico, per esempio il 14 ci saranno i Maneskin.

La ricerca: 4 su 10 entrano dopo aver già bevuto

Secondo una ricerca coordinata dal professor Nicola Ferrigni della Link Campus University, quattro persone su dieci dichiarano di aver già assunto alcol prima di entrare in una discoteca di Roma. Il 26,7 per cento di loro dichiara di aver consumato vino e birra, mentre il 13,3 per cento superalcolici. Il 13,8 per cento degli intervistati afferma di aver assunto sostanze stupefacenti prima di andare in discoteca (il 9,6% droghe leggere e il 4,2 per cento droghe pesanti). Il 29,2 per cento degli intervistati afferma di essersi messo alla guida dopo aver consumato alcol o assunto droghe. "Individuare misure finalizzate a garantire che il divertimento possa avvenire in condizioni di piena sicurezza non può tuttavia prescindere da una preventiva conoscenza e comprensione scientifica dei fenomeni, ed è su questo aspetto che il progetto pilota della ricerca sulla Movida ha visto rinnovarsi la sinergia tra Polizia di Stato e Università già proficuamente sperimentata in occasione della ricerca sulle Barriere all'Olimpico. Un vero e proprio "metodo" di lavoro consolidato e funzionale alla costruzione di una piena e reale cultura della sicurezza nel nostro Paese poiché dimostra che la comprensione dei fenomeni non può prescindere dalla conoscenza tramite la ricerca sul campo in sinergia con il mondo accademico, quale azione propedeutica e indispensabile per la successiva individuazione delle misure di sicurezza (non di polizia)", spiega il professor Ferrigni.

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