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Roma: truffa esoterica, dà alla maga più di 300mila euro alla maga

Un anziano è stato truffato da una finta maga, che si sarebbe fatta consegnare più di 300mila euro dal 2009 ad oggi. L’uomo, una persona superstiziosa e appassionata del mondo dell’occulto, aveva trovato due bamboline voodoo dentro casa e credeva che le sue condizioni di salute precarie fossero provocate da un malocchio.
A cura di Alessia Rabbai
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Un anziano è stato raggirato e truffato da una finta maga, costretta a pagare 300 mila euro di multa come risarcimento per circonvenzione d'incapace. L'uomo, una persona superstiziosa e con la passione per il mondo dell'occulto, aveva trovato due bambole voodoo dentro casa. Pensava di essere finito al centro di un rito satanico e che le sue condizioni di salute fossero causate da un malocchio. Invece qualcuno si stava prendendo gioco di lui, approfittando della sua debolezza mentale. È una storia macabra ma fortunatamente a lieto fine, raccontata da Marco Carta su Il Messaggero. La vittima è G.C., titolare di un celebre calzaturificio di via Piave, a Roma, ingannato da una donna che gli aveva offerto un aiuto contro le forze del male in cambio di una somma di denaro e oggetti di valore.

Truffa: chiede denaro in cambio di protezione dalle forze del male

I due si sono conosciti nel 2009 nel quartiere Parioli. La donna è una 48enne tripolitana che, dopo una perlustrazione all'interno della casa dell'uomo, ha detto che le due bambole utilizzate nei riti voodoo si trovavano lì da molto tempo e che "bisognava sbrigarsi". Le sue parole lo hanno immediatamente suggestionato anche a causa delle sue condizioni di salute precarie e per l'assunzione di farmaci. Subito, sono iniziate le richieste di denaro, con cui la donna avrebbe dovuto comprare delle speciali erbe per togliere le influenze negative, considerate necessarie per le pratiche magiche con cui lo avrebbero salvato dalla condanna a morte.

Multa di 300 mila euro alla finta maga

A scoprire l'inganno è la figlia, che lo scorso venerdì, difesa dall'avvocato Giovanna Guzzo, ha testimoniato come parte offesa nel processo contro la donna. In poco tempo i famigliari di C., hanno trovato infatti i conti del padre quasi prosciugati da "almeno 50 movimenti bancari" sospetti e circa 326mila euro fra prelievi e assegni in bianco o a persone sconosciute tra il novembre del 2009 e il 2011.

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