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Roma, trovato allevamento abusivo nella Valle dell’Aniene: salvati 11 cani malati e maltrattati

A Roma, nella Valle dell’Aniene, è stato sequestrato un presunto allevamento abusivo di cani da caccia destinati probabilmente alla riproduzione e alla vendita. Gli animali erano malati e denutriti e vivevano in condizioni di sporcizia estreme: adesso sono stati affidati alle cure dei veterinari.
A cura di Natascia Grbic
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foto di repertorio
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Undici cani maltrattati, denutriti, malati, e pieni di parassiti: non si tratta di un branco di randagi che vivevano alla meno peggio in giro per strada, ma di animali tenuti in un allevamento abusivo per cani da caccia destinati probabilmente alla compravendita. I cani sono stati trovati a Roma, in uno stabile sporco e fatiscente sito nella Valle dell'Aniene, dall'Organizzazione internazionale per la protezione degli animali (Oipa) insieme ai veterinari della ASL Roma 2 e al personale della Polizia di Roma Capitale. Non solo gli animali versavano in condizioni di degrado estreme pericolose per la loro salute, ma l'insediamento era stato collocato in una zona sottoposta a vincoli, perché parte della riserva naturale dell'Aniene. Il proprietario è stato denunciato per maltrattamento di animali, violazioni in materia edilizia e di aree protette sottoposte a vari vincoli: l'intera struttura è stata posta sotto sequestro e i cani sono stati trasportati e ricoverati presso una struttura comunale in custodia giudiziaria.

Cani maltrattati in allevamento abusivo, denunciato il proprietario

Gli undici cani rinvenuti all'interno della struttura sono adesso affidati alle cure dei veterinari. Vivevano in condizioni disastrate e nocive, tra montagne di sporcizia ed escrementi mai puliti. Dieci di loro non sono mai stati iscritti all'anagrafe canina, motivo per il quale il proprietario – oltre a essere stato denunciato – dovrà pagare anche 3mila euro di multa. Denutriti, spaventati e malati: tutti di razze diverse probabilmente, destinati probabilmente alla riproduzione e alla vendita nonostante le precarie condizioni di salute. "La compravendita di cani, soprattutto quando finalizzata a un'attività come la caccia, è una pratica che condanniamo come associazione, ma in questo caso ad aggravare la situazione e rendere necessario il sequestro erano le condizioni di denutrizione e detenzione in cui questi undici cani erano costretti a vivere – ha detto Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile dell'OIPA di Roma – Come spesso accade, infatti, quando il profitto è il principale obiettivo nella gestione degli animali, sono gli interessi economici ad avere la meglio sul loro benessere".

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