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Roma, tifosi feriti in metro su scale mobili: ci sono state “manomissioni e nessuna manutenzione”

Dalle indagini sulle scale mobili di Repubblica sarebbe emersa “la mancata effettuazione delle manutenzioni, ovvero la loro incompleta esecuzione, oltre che, in alcuni casi, la dolosa manomissione di dispositivi di sicurezza degli impianti di traslazione”. Per questo undici persone sono indagate per frode nelle pubbliche forniture e di lesioni personali colpose gravi.
A cura di Enrico Tata
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Per il grave incidente alla scala mobile della metro Repubblica sono stati indagati quattro dipendenti di Metro Roma e Atac. Dovranno rispondere di frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate. Il loro comportamento e le loro azioni, secondo i pm della procura di Roma, determinarono il guasto che causò il ferimento di circa venti persone il 23 ottobre 2018. Molti di questi erano tifosi del Cska di Mosca, arrivati a Roma per la partita di Champions League contro la squadra giallorossa.

Undici indagati, quattro sospesi dal servizio

Questi i dipendenti di Atac indagati: Renato D'Amico, Direttore di esercizio ATAC delle linee metropolitane A e B, Ettore Bucci, dipendente ATAC con la funzione di Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.) relativo all'appalto a favore della società Metroroma e Alessandro Galeotti, dipendente ATAC con la funzione di Responsabile di esercizio degli impianti di traslazione per le stazioni Repubblica e Barberini. I tre sono stati sospesi per un anno. Infine è stato indagato anche Giuseppe Ottuso, responsabile tecnico preposto e amministratore unico di Metroroma. Sono indagati, insieme ad altre undici persone, per i reati di frode nelle pubbliche forniture e di lesioni personali colpose gravi.

Secondo quanto emerso dalle indagini, alle scale mobili di Repubblica sarebbe stata riscontrata "la mancata effettuazione delle manutenzioni, ovvero la loro incompleta esecuzione, oltre che, in alcuni casi, la dolosa manomissione di dispositivi di sicurezza degli impianti di traslazione". Queste mancanze, spiegano gli inquirenti, hanno reso "conseguentemente concreto lo stato di pericolo per l'incolumità pubblica in relazione a svariate stazioni della metropolitana della Capitale".

Raggi: "Ringrazio procura, chi ha sbagliato pagherà"

"Ringrazio la procura. Abbiamo fatto bene ad interrompere il contratto di manutenzione con la ditta privata. Chi ha sbagliato finalmente pagherà", ha dichiarato in merito la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

"Si tratta di un primo passo verso l'accertamento della verità, e se emergeranno responsabilità da parte dei dipendenti coinvolti scatteranno nei loro confronti le dovute azioni a tutela degli utenti danneggiati. Il problema è tuttavia lontano dall'essere risolto: ad oggi sono ancora numerose le scale mobili fuori servizio nelle stazioni metro di Roma, 8 sulla linea A, 6 sulla linea B e una sulla linea C, e la stazione Barberini è ancora chiusa al pubblico", spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons. "Per tale motivo e alla luce delle decisioni della Procura chiediamo al Comune di Roma di attivare le dovute azioni legali nei confronti della ditta responsabile della manutenzione sulle scale mobili della metro, e che si indaghino anche i funzionari comunali che avrebbero dovuto vigilare a garanzia del rispetto dei contratto. Intanto residenti, esercenti e attività commerciali della zona di Repubblica e Barberini possono costituirsi parte offesa nell'inchiesta della magistratura, e chiedere il risarcimento per i disagi e i danni subiti", conclude.

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