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Roma, tenta di avvicinare Matteo Salvini durante un concerto e viene fermato dalla polizia

Un uomo ha tentato di avvicinare il ministro degli Interni Matteo Salvini al concerto di Edoardo Bennato a Roma ed è stato fermato dalla polizia. L’uomo in questione, Aladin, un artista yemenita, ha raccontato la sua versione su Facebook: “Vedendolo ho pensato giusto e doveroso avvicinarmi e esprimergli a parole, non offese, a fatica, il mio pensiero. Esplicitare il mio punto di vista, “democraticamente” perché, fino a prova contraria, o sarebbe meglio dire facendo un conto alla rovescia, aspettando l’inevitabile, pensavo fosse permesso”.
A cura di Enrico Tata
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Aladin Hussain Al Baraduni è un artista yemenita che ha sulla testa una condanna a morte per essersi opposto alla dittatura in Yemen. In Italia da anni, ieri sera al concerto di Edoardo Bennato  all'Auditorium di Roma ha tentato di avvicinare al ministro degli Interni Matteo Salvini, presente anche lui per ascoltare il cantautore napoletano, con l'obiettivo di esprimergli a parole, "non offese" specifica l'artista, il suo pensiero, che sicuramente non è benevolente nei confronti del vicepresidente del Consiglio. In ogni caso Aladin è stato identificato dagli agenti di polizia del commissariato di Villa Glori e poi sottoposto ad accertamenti.

"Mentre attendevo l'inizio del concerto è apparso l'uomo ruspa. Er salvini. Non era con dei gattini, non indossava divise, non sorrideva al vento, era solo.  Vedendolo ho pensato giusto e doveroso avvicinarmi e esprimergli a parole, non offese, a fatica, il mio pensiero. Esplicitare il mio punto di vista, "democraticamente" perché, fino a prova contraria, o sarebbe meglio dire facendo un conto alla rovescia, aspettando l'inevitabile, pensavo fosse permesso", racconta Aladin sul suo profilo Facebook.

"Invece il solo avvicinarmi al ruspone folle ha fatto si che siano intervenute le forze dell'ordine, non so se le sue guardia del corpo facciano parte delle fdo ma insomma della stessa materia parliamo. Sono stato immobilizzato, denunciato, ho passato una notte dalla digos a via genova poi in questura a via patini per la foto segnaletica, sono stato provocato, forse per il mio berretto estremamente "beduin inside!" solo per aver tentato di esprimere il mio dissenso. E se l'avessi fatto a casa mia? Sarei morto. Ma qui siamo in un paese civile e democratico", conclude il racconto l'artista yemenita.

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