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Roma, stanco delle liti familiari evade da domiciliari: “Portatemi in carcere, non ce la faccio più”

Un ragazzo di 32 anni è evaso dagli arresti domiciliari e si è presentato in caserma dai carabinieri chiedendo di essere portato in carcere. Il giovane, esasperato dalle continue liti con la zia e la cugina, ha detto di voler andare via dall’abitazione. I militari lo hanno accontentato e lo hanno portato a Rebibbia.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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"Basta, portatemi in carcere, non ce la faccio più!". La singolare richiesta è stata rivolta ai carabinieri della stazione Roma Aventino da un ragazzo di 32 anni agli arresti domiciliari dall'ottobre 2018. Il giovane sta scontando una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti in un appartamento di Testaccio che divide con la zia e con la cugina. I rapporti con le due donne non sono esattamente idilliaci, tanto che le liti sono all'ordine del giorno. Sfiancato dalle continue discussioni ed evidentemente desideroso di un po' di pace, il ragazzo ieri sera è uscito di casa ed è andato dai carabinieri, pregandoli di portarlo in carcere perché non ce la faceva più a stare in casa con zia e cugina. I militari lo hanno quindi arrestato con l'accusa di evasione.

Evade dai domiciliari e chiede di andare in carcere: accontentato

Non è la prima volta che episodi del genere si verificano a Roma. Già in passato è accaduto varie volte che uomini stanchi delle continue liti con le proprie compagne o con i propri genitori, si siano recati presso commissariati o caserme chiedendo in ginocchio di essere portati in carcere. Nel caso specifico del giovane residente a Testaccio non è stato difficile accontentarlo, dato che non era la prima volta che il ragazzo si allontanava senza autorizzazione dalla sua abitazione. E così, dopo le formalità di rito, i carabinieri hanno chiesto l'aggravamento della misura cautelare al magistrato di sorveglianza di Roma, che ha emesso un ordine per la carcerazione. Il 32enne è stato quindi accontentato e adesso si trova nel carcere di Rebibbia, lontano dalle liti familiari con la zia e la cugina.

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