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Emergenza rifiuti Roma

Roma sommersa dai rifiuti, i sindacati: ‘Le istituzioni devono dichiarare lo stato d’emergenza’

Ieri si è svolto un incontro tra i rappresentanti di Ama e i sindacati per discutere nello specifico della situazione del Tmb di Rocca Cencia. “Il dramma è che non è stato ancora dichiarato lo stato d’emergenza per quanto riguarda i rifiuti a Roma, se non si fa entro breve le cose saranno presto ingestibili”.
A cura di Natascia Grbic
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Chi abita a Roma non può non averlo notato: la città è sommersa dai rifiuti. E se già fino a qualche mese fa la situazione era problematica, adesso con l'arrivo del caldo sta peggiorando. Gli odori sono insopportabili, gli animali attirati aumentano e camminare sui marciapiedi sta diventando faticoso. La situazione è migliore al centro, ma le periferie straripano di immondizia. E i residenti sono sul piede di guerra. Tanto che questa mattina alcuni operatori di Ama sono stati aggrediti a Trastevere da un gruppo di tre persone che sono andati a minacciarli con i caschi in mano: i lavoratori, che non hanno nessuna responsabilità della situazione in cui versa Roma, sono riusciti a calmare i tre – due uomini e una donna – e a non far degenerare la situazione. Ma la Cgil denuncia che questi casi stanno diventando sempre più diffusi nella capitale, dove i cittadini sono esasperati e lo stato delle cose non è di certo dei più rosei.

Rifiuti a Roma, i sindacati: "Bisogna dichiarare lo stato d'emergenza"

Nella giornata di ieri i sindacati hanno fatto un incontro con i rappresentanti di Ama per discutere del Tmb di Rocca Cencia. "Ci hanno chiesto di trovare una soluzione per riuscire a produrre di più su Rocca Cencia – spiega Natale di Cola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio – Ma questo non risolve il problema dei rifiuti a Roma. Il dramma è che siamo ben oltre l'emergenza, trattata invece come normalità". Il problema non sono solo i rifiuti ammassati nei centri di trattamento, ma anche quelli che si trovano per terra, e le piccole discariche che si stanno creando in giro per Roma. "Anche se Ama recuperasse, ci vorrebbe almeno un mese prima che tutto torni alla normalità – continua Di Cola – Il rischio è che l'immondizia si continui ad accumulare e i cassonetti vengano sommersi. Negare l'emergenza è una grossa responsabilità politica che porterà conseguenze nefaste per l'azienda".

Ama in sofferenza: "Serve sostegno degli impianti di trattamento nel Lazio"

La Cgil ha spiegato che se non si troverà una soluzione spiegherà alla cittadinanza cosa sta succedendo in questo momento a Roma. "Il problema principale è che Ama non ha impianti e dipende da terzi, e quando questi vanno in manutenzione l'azienda soffre. Hanno mandato via Bagnacani e abbiamo avuto quattro mesi di non governo, i nuovi vertici non hanno fatto nulla, la differenziata non è aumentata, non si è investito nei mezzi, non si è assunto personale. L'azienda è stata abbandonata e dato che è dipendente dai privati è inevitabile che vada in crisi". Per i sindacati, in questo momento, c'è una cosa importante da fare nell'immediato: "Bisogna dichiarare lo stato di emergenza e chiedere alla Regione di emettere delle ordinanza per requisire tutti gli spazi di trattamento presenti sul Lazio. Se non si fa questo, l'emergenza non verrà mai risolta".

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