Roma è ferma, Milano e Napoli no. Non un'accusa, ma una constatazione. La Capitale è ancora una volta bloccata, sospesa, resa inagibile dall'ennesimo sciopero, mentre il sistema trasporti del capoluogo Lombardo, che pure deve far fronte alla stessa mobilitazione dei sindacati di base, sembra andare avanti come se niente fosse, senza curarsi più di tanto dell'agitazione. Questa mattina Atac, l'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Roma, ha twittato subito sul suo profilo la chiusura della linea A e della linea C della metropolitana. Attiva è solo la linea B, fortemente rallentata però da un guasto nei pressi della stazione Termini. Per bus e tram, spiega Atac, sono "possibili cancellazioni di corse o sospensioni di linee". La milanese Atm ha gioco più facile: "E' in corso lo sciopero nazionale dei trasporti. Al momento il servizio è regolare", informa su Twitter. Anche a Napoli si parla di "sciopero flop": partecipazione al 22 per cento, metro e funicolari regolari e funzionanti.
Perché tanta differenza tra le tre città? Probabilmente è colpa del numero degli iscritti ai sindacati di base. Forse a Roma sono molti di più rispetto a Milano e Napoli, un dato che però rimane sconosciuto e sul quale possono essere formulate solo ipotesi. Gestire il trasporto pubblico di una città grande due volte Milano per numero di abitanti è incredibilmente più complesso e, forse, se solo una rotella viene a mancare nell'ingranaggio potrebbe essere più facile che tutto si blocchi. Restano congetture. Quel che è certo è che oggi moltissimi cittadini e pendolari romani hanno atteso per ore l'autobus o la metro che li avrebbe dovuti portare a lavoro. E chi non si è fidato, ha trascorso metà mattinata nel traffico del Grande Raccordo Anulare. A Milano e a Napoli no.