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Roma si candida agli Europei di nuoto 2022. Ma le piscine dei Mondiali 2009 sono ancora scheletri

Roma annuncia la candidatura agli Europei di Nuoto del 2022. “La Capitale d’Italia vuole confermarsi protagonista delle rassegne sportive internazionali”, ha commentato la sindaca Raggi. Roma ospitò anche i Mondiali di nuoto del 2009, il cui simbolo mai terminato è la ‘Vela’ di Calatrava, il megaimpianto sportivo di Tor Vergata, che ancora oggi è uno scheletro di cemento.
A cura di Enrico Tata
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Foto Flickr /Old boy 57
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Roma capitale mondiale del nuoto, cinque nuovissime piscine pubbliche, compresa l'imponente ‘Vela' di Calatrava a Tor Vergata, tre campus universitari, il prolungamento della metropolitana, impianti tirati a lucido e anche nuove vasche finanziate dai privati per quella che doveva essere la grande vetrina internazionale dell'amministrazione. Così immaginava i Mondiali di Nuoto Roma09 l'allora sindaco Walter Veltroni. Così li immaginava anche il presidente di quel comitato organizzatore, Gianni Malagò, che ora è numero uno del Coni, il Comitato Olimpico Italiano. Il cambio al Campidoglio, con la vittoria di Gianni Alemanno, la crisi economica e i decreti anticrisi firmati da Giulio Tremonti, allora ministro dell'Economia, e forse un progetto che si rivelò davvero troppo faraonico, fecero riportare i piedi per terra agli organizzatori e fecero sgonfiare di molto i finanziamenti promessi per la realizzazione delle opere. La ‘Vela' di Calatrava, l'esempio più glorioso del progetto iniziale, è ancora uno scheletro di cemento e i costi per finire l'opera sono ormai insostenibili per chiunque. L'International Aquatic Centre dell'archistar portoghese Calatrava non fu mai completate e le sfide di quei mondiali, pur riusciti nel migliore dei modi, furono ospitate dalla piscina del Foro Italico e da altri impianti, costruiti sempre al Foro Italico, smontati subito dopo la competizione. Il governo concesse solo 25 milioni di euro al comitato organizzatore, che così dovette accontentarsi di pochissime strutture. Quelle iniziate, però, non furono mai completate.

Roma pronta a candidarsi agli Europei del 2022

La candidatura di Roma agli Europei di nuoto del 2022 è pronta. Con una memoria firmata da Virginia Raggi e approvata in giunta, il Campidoglio "riconosce l'importanza dell'evento denominato ‘Grande Europea Aquatics Aquatics Championships 2022', Campionati Europei di nuoto" e "manifesta l'interesse di Roma Capitale a presentare la sua candidatura a ospitare l'evento". L'amministrazione, però, si è riservata di verificare le "necessarie e opportune verifiche di fattibilità" e "di valutare in una fase successiva eventuali e futuri impegni di carattere economico".

"Dobbiamo sistemare i danni fatti dai ‘competenti' che ci hanno preceduto, pensiamo alle Vele di Calatrava, alle piscine incompiute o alle opere di Italia '90 che ancora non sono state finite oppure agli oneri degli espropri delle Olimpiadi del 1960 che ancora gravano sul bilancio. Bisogna riparare ai danni enormi fatti dal passato ma ci vorra' ancora del tempo e poi pianificare per il futuro", ha commentato oggi l'assessore allo Sport di Roma Capitale, Daniele Frongia.

Nel corso di una conferenza stampa di qualche settimana fa, in cui la sindaca Raggi aveva annunciato la possibile candidatura, erano stati affrontati anche i nodi delle due principali opere incompiute di Roma09: la ‘Vela' e le piscine di Valco San Paolo, che dovevano fare parte del campus universitario di Roma Tre. "Il recupero di quel ‘protoimpianto' è complesso. Su Tor Vergata stiamo comunque cercando di consorziarci con altri enti e istituzioni per il completamento: l'amministrazione c'è, ma i passi non sono semplici e purtroppo non saranno visibili a breve. Demolirla o completarla costerebbe centinaia di milioni di euro", aveva detto la sindaca. Per questo "al momento ci stiamo concentrando prioritariamente sulla ristrutturazione di tutti gli oltre 160 impianti sportivi comunali che sono già pronti". Pochi giorni dopo, l'ex sindaco Marino aveva commentato: "La ‘Vela' resta oggi una scandalosa cattedrale nel deserto, una voragine che ha divorato 323 milioni di euro pubblici e ne occorreranno altri quattrocento circa se si vorrà finire l'opera. Certo, ricucire quella ferita sarebbe un bel segno per la città".

E pensare che di quei gusci arrugginiti e mai terminati si è continuato a parlare per anni, riproponendo il completamento della ‘Vela' ad ogni progetto di candidatura olimpica della Capitale. Quella candidatura che Virginia Raggi e i 5 Stelle non hanno voluto in alcun modo. Nel 2010, un anno dopo i Mondiali e nove anni fa, l'architetto Calatrava commentava così il destino della sua opera incompiuta: "L'idea era di creare una cupola che fosse la più grande della città. Il progetto era nato come un grande spazio per il Giubileo, poi via via si è evoluto con i mondiali di nuoto, poi quando c'era l'ipotesi di ospitare i mondiali di basket e ora con l'idea della candidatura di Roma 2020. Però non bisogna pensare solo a breve termine, ma progettare impianti al lungo termine, utili al quartiere, soprattutto a queste zone periferiche. Attualmente sono stati realizzati i due stadi, uno per il basket e l'altro con le piscine per il nuoto, i tuffi e quella per il riscaldamento, piccoli servizi e l'accesso per gli atleti. E' in corso di realizzazione il parcheggio e la copertura a cupola di uno dei due palazzi, mentre sono state già costruite anche la piscina esterna ed un'altra sempre per il riscaldamento degli atleti". Per quanto riguarda gli impianti privati, progettati per Roma 09 e mai finiti, furono aperte aperte quattro indagini giudiziarie differenti.

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