Roma, secondo la Caritas i più poveri sono gli anziani e i giovani
Giovani e anziani sono i più poveri a Roma. A dirlo è il rapporto Caritas 2018 da cui emerge che un romano su due ha un reddito di 15 mila euro annui. Dati che confermano come povertà e disuguaglianze in città restano drammatiche e si aggravano. Una fotografia che conferma la tendenza della Capitale a riprodurre ciò che accade nel Paese, dove in base ai dati Istat nel 2017 le persone in povertà assoluta in Italia sono passati da oltre 4 milioni a 5 milioni e 58mila, ossia 1 italiano su 12. Inoltre risulta che negli ultimi cinque anni hanno chiuso 16mila imprese.
Reddito in base ai municipi
Dal rapporto Caritas è emerso come i redditi siano profondamente diseguali in base ai municipi di Roma. Sono 125mila i nuclei familiari con figli minori che hanno un reddito lordo di 25mila euro l'anno con punte nel V (12.162), nel VI (16.729) e nel X municipio (11.367), mentre il reddito individuale imponibile medio va dai 40.530 euro del II municipio ai 17.053 euro del VI municipio. In ogni municipio si registrano circa 10mila persone over 65 che non raggiungono il reddito di 11mila euro, per un totale complessivo di 146.941 abitanti, una ‘città nella città' che vive di stenti. Aumenta anche il disagio delle famiglie con situazioni economiche apparentemente normali.
Giovani occupati e disoccupati
Per quanto riguarda la situazione tra i giovani romani, il 25% tra i 18 e i 29 anni risulta disoccupato mentre il 52% tra i 25 e i 39 anni ha un contratto a termine o di collaborazione. Dalle informazioni provenienti dai centri d'ascolto emerge che l'esclusione sociale è ereditaria: i poveri più giovani spesso sono figli di famiglia travolte da spaventose posizioni debitorie, relative a canoni di locazione non pagati o bollette saldate in modo discontinuo.
Don Benoni (Caritas): "Chiese ospedali, non sagrestie ammuffite"
"È come se oggi vivessimo la povertà con la paura di essere contagiati – ha detto il presidente di Caritas Roma, don Benoni Ambarus – Questa città deve restare unita, con le chiese che fungono da ospedale da campo, non sagrestie ammuffite". E ha spiegato che "non si potrà mai combattere la povertà se non troviamo le sue radici e se non proviamo ad eliminarle", facendo appello a "un approccio diverso alla povertà e verso i poveri".