Roma, recuperate le statuine “pagane” rubate dagli ultracattolici e gettate nel Tevere
Recuperate le due statuette "pagane" rubate lo scorso 21 ottobre nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina: erano state gettate nel Tevere. I carabinieri della compagnia di Roma-San Pietro, guidati dal Coordinatore del Gruppo Tutela Patrimonio Culturale della Procura di Roma, il procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli e dal sostituto procuratore Maria Bice Barborini, hanno recuperato le tre statuine sul fondo del Tevere, all'altezza di Ponte Sant'Angelo, dal quale erano state gettate nel fiume capitolino. I tre manufatti, rappresentanti una donna incinta che simboleggiava la madre terra, e per questo considerati "pagani", erano stati portati dagli indigeni che in questi giorni partecipano al Sinodo per l'Amazzonia organizzato dalla chiesta di Santa Maria Traspontina di via della Conciliazione dalla quale erano stati portati via.
Le statuine, come ricostruito dai carabinieri, erano state sottratte da un altare della chiesa per poi essere gettate da Ponte Sant'Angelo nel Tevere. I responsabili sarebbero alcuni attivisti ultracattolici, che rifiutano l'adozione della "madre Terra" nel cattolicesimo peruviano. Sono stati gli stessi attivisti a riprendere il tutto e postare su YouTube il gesto. In tutta l'America Latina, come già accaduto ai tempi della nascita del Cristianesimo, sono molti gli elementi "pagani" che si sono fusi con quelli cristiani veri e propri. Tra questi, la Madre Terra (pachamama) che si è sovrapposta alla Madonna, come genitrice di vita. Un accostamento che gli ultracattolici pare non abbiano particolarmente "apprezzato" e che avrebbe portato a compiere il gesto.