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Roma, ragazza rapita e violentata per una notte in una baracca di via Teano

La mattina seguente la giovane, 26 anni, è riuscita a scappare ed ha sporto denuncia in una stazione dei carabinieri. In seguito alle indagini, i militari sono riusciti a risalire a uno dei presunti colpevoli, un trentenne, accusato di violenza sessuale. Sabato manifestazione della comunità albanese. Il padre: “Invitiamo tutti i genitori e i cittadini a partecipare”
A cura di En.Ta.
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Rapita e violentata tutta la notte in una baracca in via Teano, nei pressi di via Prenestina, a Roma. Un incubo durato ore per un ragazza di origini albanesi avvicinata per strada da due uomini e sequestrata a pochi passi da casa. La mattina seguente la giovane, 26 anni, è riuscita a scappare ed ha sporto denuncia in una stazione dei carabinieri. In seguito alle indagini, i militari sono riusciti a risalire a uno dei presunti colpevoli, un trentenne, accusato di violenza sessuale.

La lettera del padre della ragazza ai genitori del quartiere

Il padre della ragazza è Vladimir Kosturi, da trent'anni in Italia portavoce dell'associazione Iliria – Lega Migranti Albanesi. In una lettera indirizzata a genitori e cittadini del quartiere e affissa per strada, racconta le violenze subite da sua figlia nella baracca all'angolo tra viale Partenope e via Marcianise. "Allarme incolumità per la vita dei nostri figli", è il titolo dello scritto. "Insieme uniti possiamo fermare i criminali che ci terrorizzano ogni giorno, insieme possiamo vincere il degrado del nostro quartiere. Cari genitori – scrive il padre, un professore di matematica che vive da 27 anni a Roma – mi appello a voi: pensate che qualsiasi ragazza sarebbe riuscita a scappare come ha fatto mia figlia? Non pensate che altre, prese da un giustificato panico, avrebbero fatto una fine peggiore di quella che è toccata a lei?".

Sabato 14 maggio manifestazione: parlerà la ragazza violentata

Il prossimo sabato si terrà una manifestazione, appuntamento proprio tra viale Partenopo e via Marcianise, nei pressi di Villa Gordiani. A lanciarla proprio il padre della ragazza e la comunità albanese: "Vogliamo che ci sia la gente e inviteremo e faremo parlare anche altre vittime di violenza cercheremo di non inquinare la manifestazione con tendenze elettorali, di non permettere altre interferenze, anche se chi vuole può venire. Durante la manifestazione parlerà in primis mia figlia, lei vuole esporsi e condividere questa cosa terribile che le è successa. Lei è una ragazza forte ma adesso la notte non riesce più a dormire, è segnata".

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