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Roma, psicologo e frate è accusato da una suora di abusi: “Per guarire fai sesso con me”

L’uomo, 71 anni, era stato nominato vescovo ausiliare a Palermo nel 2017 per poi dimettersi a seguito della denuncia della donna, una suora che si recava dal frate cappuccino nella sua veste di psicoterapeuta. Ora si sono chiuse le indagini e il giudice dovrà decidere per il rinvio a giudizio o meno.
A cura di Redazione Roma
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Foto La Presse
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La procura di Roma ha chiuse le indagini sulla denuncia per abusi sessuali avanzata da una suora nei confronti di un frate cappuccino di 71 anni. Il prelato, Giovanni Salonia, è  noto per la sua attività di psicologo e di insegnante presso l'Università Pontificia Antonianum e l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel febbraio 2017 è stato anche nominato vescovo ausiliario di Palermo per qualche mese, per poi lasciare l'incarico vista l'inchiesta in corso. L'uomo è stato accusato da una suora che aveva avuto in cura in veste di psicoteraupeta: la donna ha raccontato agli inquirenti come, abusando della sua posizione, l'avrebbe convinta che per "guarire" doveva cedere ad avere rapporti sessuali con lui. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano la Repubblica, l'accusa ha ricostruito così la condotta del prelato, che avrebbe "sfruttato la condizione di debolezza della donna che era in cura proprio perché stava attraversando un momento delicato della sua vita". La terapia è andata avanti tra il 2009 e il 2013.

Così si difendeva Salonia quando lasciò il suo incarico da porporato, con una lettera in cui indirettamente rispediva al mittente ogni accusa: "Avevo accettato in spirito di servizio ecclesiale questo impegnativo e delicato ufficio, a cui, in modo imprevisto e inaspettato, ero stato chiamato. Tale nomina, mentre in tanti aveva suscitato sentimenti di gioia e di speranza, in qualcun altro ha provocato intensi sentimenti negativi, con attacchi nei miei confronti infondati, calunniosi e inconsistenti, ma che potrebbero diventare oggetto di diverse forme di strumentalizzazione, anche di tipo mediatico". Ora sarà il giudice a decidere se il prete dovrà o meno affrontare un processo venendo rinviato a giudizio.

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