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Sanremo 2018

Roma protagonista a Sanremo 2018 con Luca Barbarossa: “Canto l’amore in dialetto”

Il cantautore capitolino è in gara alla 68esima edizione del Festival con “Passame er sale”, scritta in dialetto romanesco e già vincitrice del premio Lunezia per il miglior testo: “Nonostante tutto, sono sempre innamorato di Roma, guai a chi me la tocca, che siano essi amministratori o cittadini incivili”.
A cura di Ida Artiaco
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Luca Barbarossa (Facebook).
Luca Barbarossa (Facebook).
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Ci sarà anche un po' di Roma al Teatro Ariston di Sanremo in occasione della 68esima edizione del Festival della canzone italiana. Luca Barbarossa, già vincitore della kermesse nel 1992, torna in gara con "Passame er sale", brano d'amore in dialetto romanesco, composto sulla falsariga degli stornelli di un tempo per arrivare ad una ballata di respiro internazionale. D'altronde, non poteva essere altrimenti, visto il testo scritto dallo stesso cantautore che nella Capitale ci è nato e cresciuto. "È il bilancio di un'esistenza – ha dichiarato il cantante alla stampa alla vigilia della competizione -. Qui c'è la fase di crescita di un rapporto, con i suoi alti e bassi, i suoi piccoli riti quotidiani, le liti e le riappacificazioni. Un bilancio positivo, perché qui c'è l'utopia dell'amore eterno che si realizza. Parlo di mia moglie con cui sto da 20 anni".

Barbarossa ci tiene anche a precisare che il titolo, "Passame er sale", non ha nulla a che vedere con le scaramanzie che accompagnano il passaggio del sale di mano in mano, senza poggiarlo sulla tavola, molto sentite anche a Roma. "È citata come una delle classiche domande che accompagnano la vita quotidiana di una coppia", ha sottolineato il cantautore che, per altro, si è già aggiudicato il premio Lunezia per il miglior testo tra i Big in gara, il che fa ben sperare per la classifica finale, che sarà resa nota il prossimo 10 febbraio. Non solo. Il brano fa anche parte di una raccolta di inediti, dal titolo "Roma è di tutti", che uscirà il 9 febbraio, interamente scritto utilizzando la lingua parlata per le strade della Capitale. "Il romano è soprattutto la lingua dell’intimità familiare e domestica, la lingua dell’anima", ha continuato Barbarossa. "Scrivere in questo modo mi ha riacceso le radici. Ho iniziato a scrivere e ho trovato un facilità espressiva che non pensavo. E dal primo brano sono arrivato all'album".

Una lunga storia d'amore con la sua città, dunque, che Barbarossa ha voluto mettere in musica, e che non abbandona mai nonostante le mille delusioni di ogni giorno. "Nonostante tutto, sono sempre innamorato di Roma, guai a chi me la tocca, che siano essi amministratori o cittadini incivili – ha concluso -. Vorrei che questa città venisse rispettata dai romani innanzitutto, poi da chi viene qui e da chi la amministra. Ma non metto la croce sull'amministrazione di turno perché qui hanno fallito in tanti".

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