Roma, lo striscione degli Irriducibili contro Vladimir Luxuria: “No all’educazione trasgender”
"Sì all'educazione civica, no all'educazione transgender!", si legge su uno striscione srotolato nella notte davanti al Colosseo. Firmato ‘Irr', cioè Irriducibili, gli ultras della Lazio, si riferisce alle polemiche dopo la puntata della trasmissione ‘Alla Lavagna!' di Rai Tre che ha visto protagonista Vladimir Luxuria. Intervistata dall'agenzia AdnKronos, l'ex deputata ha commentato così: "Forze politiche, gruppi, movimenti, sono usciti con la testa fuori dal sacco, si sentono di vivere in un clima favorevole e fanno a gara tra loro a chi alza più su l'asticella dell'omofobia. E' una questione di rispetto e di educazione alla convivenza, contro il razzismo e l'omofobia. Penso che si possa e si debba parlare di tutto ai bambini, con il linguaggio giusto, soprattutto quando sono loro a fare le domande. Certa gente non so cosa avrebbe da insegnare se venisse invitata da un consiglio d'istituto".
In riferimento a un articolo apparso su Il Giornale dal titolo "Luxuria in Rai spiegai ai bimbi come si diventa trans", l'ex deputata aveva commentato: "Non hanno visto la trasmissione o sono in malafede menzognera: ho detto che si nasce, non si diventa e ho parlato di bullismo e discriminazione. Il pregiudizio è solo di certi adulti ed è quello che non deve essere insegnato ai piccoli". Dal governo in difesa di Luxuria ha espresso una posizione netta Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "L’unica cosa che trovo a dir poco surreale è continuare ad avere atteggiamenti omofobi e culturalmente regrediti, che non tengono conto della realtà e del rispetto dei diritti di tutti.Penso che la RAI abbia fatto molto bene e che occasioni del genere vadano sostenute dato che nelle nostre scuole – a differenza di quanto avviene negli altri Paesi Europei – sono sempre più rare lezioni sull’affettività o sull’accettazione di se stessi e che, purtroppo, non siano rari i casi di bullismo, proprio nei confronti di chi viene etichettato come ‘diverso’".