Roma, il Pd: “Tre anni di nulla, Virginia Raggi ha fallito: si dimetta”
Per il Partito democratico di Roma la sindaca Virginia Raggi dovrebbe immediatamente rassegnare le sue dimissioni. Secondo i dem i tre anni di governo dei 5 Stelle non hanno prodotto nulla e al termine dei cinque anni "non verrà inaugurata alcuna opera". Nel corso di una conferenza stampa il capogruppo del Partito democratico in Campidoglio, Giulio Pelonzi, ha spiegato i motivi del fallimento, secondo lui, dell'amministrazione Raggi, anche considerando il fatto che il governo nazionale, in teoria, dovrebbe essere ‘amico' della sindaca: "Con l'esecutivo gialloverde ci si aspettava almeno che la sindaca battesse i pugni per l'avvio di una riforma dei poteri per la Capitale, un'iniezione di liquidità per far ripartire i lavori pubblici e l'economia. Nulla di tutto questo è stato fatto: il governo è stato sordo e la sindaca ha dimostrato di non avere la forza di farsi sentire, nonostante il sostegno delle opposizioni sulle questioni fondamentali per Roma".
Altro fallimento citato è lo stadio della Roma di Tor di Valle: "Il progetto sta naufragando. Roma non avrà il suo stadio, non è problema della Roma, ma di una città che non riesce ad essere all'altezza delle altri capitali per assenza di progetti strategici. È vergognoso che la Raggi si aggrappi a Totti come una ciambella per non affondare, sperando che il progetto muoia per consunzione della società che l'ha proposto".
Una dimostrazione, secondo Pelonzi, della cattiva amministrazione e di "una città alla deriva", è "la vergognosa bassa produzione di delibere di Aula e di Giunta, inferiore anche a quelle di Marino che è durato pochi mesi, sono la dimostrazione matematica dell'incapacità di governo della giunta Raggi". Secondo i dati presentati dal Partito democratico dal 2016 al 19 giugno 2019 la giunta ha approvato 810 delibere di giunta, contro le 920 dei 28 mesi di governo di Ignazio Marino e le 1.458 dei primi tre anni di Alemanno. Il consiglio capitolino in questi tre anni ha approvato 485 delibere, più di quelle approvate durante il governo di Marino e di Alemanno, ma più della metà però sono debiti fuori bilancio (245) o variazioni di bilancio (24). Marino e Alemanno si fermavano rispettivamente a 56 e 11.