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Roma, trovata bomba a mano in una struttura che ospita i rom

Nel pomeriggio di ieri gli artificieri hanno portato via del presunto materiale esplosivo rinvenuto dagli abitanti del centro di raccolta rom di via Salaria, a Roma. Una era una vera bomba a mano con spoletta ancora inserita.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO – I carabinieri di Roma hanno reso noto che gli oggetti rinvenuti ieri in un centro di raccolta rom su via Salaria, a Roma, erano due ordigni finti e una vera bomba a mano con la spoletta ancora inserita. In un altro campo rom, inoltre, è stato trovato un tubo riempito con chiodi e bulloni.

Gli artificieri di Roma sono dovuti intervenire nel pomeriggio di oggi presso il Centro di Raccolta di via Salaria, nella Capitale, che ospita centinaia di cittadini di etnia rom: nella struttura, secondo l'Associazione 21 luglio, sarebbero stati rinvenuti tre presunti oggetti esplosivi che, fortunatamente, non sarebbero deflagrati. A scovare i tre presunti ordigni sarebbe stato uno dei residenti nei pressi di un cassone adibito alla raccolta dei rifiuti che si trova vicino alla recinzione esterna della struttura. In seguito alla segnalazione, uomini della polizia e dei carabinieri sono intervenuti sul posto, presidiando e chiudendo l’accesso alla porzione di cortile interessata dal ritrovamento. I tre presunti esplosivi sono stati quindi rimossi dagli artificieri dei carabinieri.

Per gli osservatori dell’Associazione 21 luglio, che hanno assistito all’intervento di rimozione da parte delle forze dell’ordine, gli oggetti presentavano effettivamente l’aspetto di “bombe a mano”, come denunciato dai rom residenti nella struttura. Va specificato che non vi è ancora nessuna certezza che si tratti di ordigni veri: gli oggetti, infatti, potrebbero essere manufatti finti lasciati nel centro di raccolta a scopo intimidatorio. "I rom che vivono nel centro di via Salaria erano tutti molto spaventati da quanto accaduto – afferma l’Associazione 21 luglio -. A prescindere dalla veridicità o meno degli ordigni, siamo di fronte a un gesto grave e inaccettabile che sembra assumere i contorni di un crimine motivato dall’odio e volto a creare panico e intimidazione". Gli attivisti hanno proseguito: "Auspichiamo una immediata e ferma condanna, da parte delle istituzioni locali e nazionali, rispetto a quanto accaduto questo pomeriggio e rispetto al panico e alla paura che la presenza dei tre presunti ordigni è riuscita a creare soprattutto nelle donne e nei bambini che vivono nel centro di via Salaria. È quanto mai opportuno evitare, prodigando ogni sforzo possibile, che la tensione che in questi giorni ha riguardato rifugiati, immigrati e rom nel quartiere di Tor Sapienza si sposti in altre zone della città alimentato da un pericoloso spirito di emulazione".

l centro di raccolta rom di via Salaria è una delle strutture autorizzate costruite dal Comune di Roma e da anni al centro di molte polemiche. I residenti, per lo più sgomberati da altre strutture abusive della città, sono costretti a vivere in spazi angusti e in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie. Nel 2011 i volontari dell'Associazione 21 luglio si introdussero all'interno della struttura con una telecamera nascosta e raccontarono il degrado dell'edificio. Sveva Belviso, all'epoca dei fatti Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma sotto la Giunta Alemanno, ammise: "Il centro non è un albergo a 5 stelle, è un centro di prima accoglienza, ma la qualità della vita in via Salaria è totalmente diversa da quella dei campi abusivi da dove queste persone provengono". La replica dell'Associazione non tardò ad arrivare per voce del suo presidente, Carlo Stasolla: "A fronte di una spesa del Comune di circa 2 milioni e mezzo di euro annui, non sono garantiti gli standard minimi di vita per le persone, non esistono progetti di inclusione sociale, non vi è alcun sostegno alla scolarizzazione".

Il grave episodio di via Salaria sembra destinato a creare nuovo scompiglio in un'altra zona periferica romana dopo i fatti di Tor Sapienza, dove i residenti del quartiere popolare hanno preso d'assalto la scorsa settimana un centro di accoglienza per rifugiati, accusati di aver commesso piccoli furti e molestie ai danni della popolazione.

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