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Roma e lo scandalo dei beni confiscati alle mafie inutilizzati

L’associazione Da Sud con un dossier intitolato sgombera il boss ha denunciato come decine di beni confiscati alle mafie a Roma giacciano inutilizzati invece di diventare una risorsa per la collettività: “Cosa ne pensano i candidati sindaco e nei municipi?”.
A cura di Valerio Renzi
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villa confiscata ad Angelo Balducci
villa confiscata ad Angelo Balducci

Si chiama "Sgombera il boss" ed è il dossier redatto dall'associazione antimafia "Da Sud" per denunciare come i beni confiscati alle mafie nella capitale, invece di essere una risorsa per la collettività siano abbandonati e inutilizzati. Un lavoro che non a caso arriva a ridosso del voto per il ballottaggio in Campidoglio e nei municipi, come stimolo al dibattito e a prendere decisioni sull'utilizzo dei beni sequestrati. Una campagna elettorale, come abbiamo già registrato, lungo la quale il tema della lotta alle mafie è però quasi scomparso, nonostante mafia capitale. "Come e perché fidarci di candidati al Campidoglio o alla guida dei Municipi – scrivono quelli di Da Sud – che non affrontano questo tema e non aprono un dibattito serio sulle possibili risposte?".

Secondo gli ultimi dati disponibili nella capitale si trova circa il 5% dei beni immobili confiscati alle mafie e destinati, come da disposizione di legge, a utilizzi sociali, per quasi 500 proprietà. "Questo dato – si legge nel dossier – è la manifestazione plastica di una pervasività delle mafie che fatichiamo a riconoscere, nonostante numerosi indicatori e non soltanto le inchieste giudiziarie disegnino il quadro di una città in stallo anche per la pervasività di corruzione e mafie. In alcuni casi infatti, sempre più frequenti, la confisca non avviene in relazione alla presenza di una organizzazione mafiosa ma alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario di persone indagate e la loro situazione reddituale".

Peccato che questi beni, che potrebbero essere utilizzati ai più disparati fini sociali, giacciono quasi sempre inutilizzati. Una vera e propria beffa per la collettività. Peccato che non si riesca a sapere neanche quanti, dove e in che situazione giuridica si trovino i beni confiscati, rendendo assolutamente opaco la situazione in cui si trovano e l'iter di possibile assegnazione.

Il gioco dell'associazione Da Sud è stato immaginare cosa si potrebbe fare a Roma con 10 beni confiscati che attualmente giacciano in stato di abbandono, come questi possano tornare a vivere apportando un beneficio per la collettività e rappresentando magari una possibilità di riscatto per qualcuno, o una possibilità per aver un'abitazione visto il drammatico peso dell'emergenza abitativa in città. Ville, palazzine, negozi, appartamenti dal centro alla periferia che potrebbero tornare a nuova vita. Dando un segnale tangibile dei benefici della lotta alla criminalità organizzata.

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