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Roma, donazione di organi da record all’Umberto I: fegato e reni di una 88enne salvano due giovani

Una donna di 88 anni ha salvato la vita di due giovani donandogli fegato e reni. Annita Santarelli è morta, ultima testimone rimasta dell’occupazione nazista di Pietralata e figlia di un deportato durante i rastrellamenti del 1943. Grazie ai medici è riuscita a compiere l’ultimo gesto d’amore verso il prossimo.
A cura di Alessia Rabbai
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Fegato e reni di una donna di 88 anni hanno salvato la vita di due giovani. È la storia bellissima di una donazione di organi da record svolta all'ospedale Policlinico Umberto I di Roma. A rendere possibile il prezioso dono, Annita Santarelli, l'ultima testimone rimasta dell'occupazione nazista di Pietralata, figlia di uno dei deportati durante i rastrellamenti del 1943. Annita era ricoverata nel reparto di terapia intensiva per un'emorragia cerebrale e le sue condizioni di salute erano critiche. Tuttavia, nonostante la sua età, i medici hanno fatto presente ai figli che la madre era ancora in grado di donare gli organi, ma che spettava loro dare l'autorizzazione affinché si procedesse. Una decisione che hanno preso ripensando al cuore grande e generoso che aveva la loro mamma. E si è proceduto con l'espianto: grazie ai medici Annita è riuscita a compiere l'ultimo gesto d'amore verso il prossimo ed è volata in cielo proprio durante le festività pasquali.

Morta Annita Santarelli

I suoi funerali sono stati celebrati nella chiesa di San Michele Arcangelo, dove in tantissimi tra amici, conoscenti e residenti del quartiere si sono stretti intorno al dolore della famiglia per dare l'ultimo saluto a una donna forte e meravigliosa, che ha raccontato alle nuove generazioni gli orrori della guerra e delle deportazioni, una realtà terribile, tra le ombre più oscure della Storia, custodendone e tramandandone la memoria. Annita è nata a San Lorenzo nel lontano 10 agosto del 1931, era l'unica femmina dei sette figli maschi. La madre si chiamava Maria Pierini eil padre Crispino Santarelli. Prima di morire Annita aveva sei nipoti e quattro pronipoti, era molto amata e conosciuta nel quartiere, dove spesso raccontava nei cortili storie ed episodi di vita vissuta.

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