Roma, buttafuori investiti al Qube, fratelli condannati a 10 anni: “Minacce basate su odio razziale”
Minacce basate sull'odio razziale sono le aggravanti a carico dei fratelli Daniele e Gabriele Briscese che hanno investito Fall Barra e Papa Gorgui Seck, due buttafuori della discoteca Qube in via di Portonaccio a Roma il 27 gennaio 2019. Come riporta Il Corriere della Sera, questo il passaggio chiave delle motivazioni della sentenza di condanna con la quale il giudice dell'udienza preliminare ha spiegato il perché dell'aggravante del metodo razziale. Come scrive il gup infatti i due fratelli "dopo essere stati respinti all’ingresso del Qube, hanno iniziato ad offendere e minacciare i bodyguard per il colore della loro pelle e di un diritto presunto di comandare in casa propria. Tale insieme di azioni ha alimentato la loro voglia di vendetta e di dare sfogo alla stessa mediante i ripetuti investimenti". I due imputati processati con il rito abbreviato – che prevede uno sconto fino a un terzo della pena – sono stati condannati a dieci anni e otto mesi di reclusione per tentato omicidio, solo quattordici mesi in meno della pena chiesta dal pubblico ministero, che prevedeva dodici anni.
Buttafuori investiti davanti al Qube
La notte in cui sono accaduti i fatti Daniele e Gabriele Briscese si sono presentati davanti all'ingresso della discoteca, ma chi ha organizzato la serata non li ha fatti entrare per il loro stato visibilmente alterato dall'alcol. Ma i fratelli Briscese non si sono arresi e a fermarli sono intervenuti i due bodyguard senegalesi di venticinque anni. Secondo quanto emerso, i due si sono rivolti più volte agli addetti alla sicurezza del locale con frasi del tipo "A negri semo italiani, comannamo, ma perché ce devono commana’ a noi? Annamo a pja pure la pistola, pe’ sti negri che li ammazzamo tutti". Si sono allontanati, per poi tornare davanti al locale a bordo della loro Mercedes Classe B, puntando verso i due buttafuori "con l'intenzione di ucciderli". Fortunatamente ad attutire l'urto c'erano delle fioriere. Un comportamento, ne è convinto il giudice, che dimostra la "fortissima capacità criminale di entrambi gli imputati".