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Roma, bimbo guarito da leucemia non può tornare a scuola: i compagni di classe non sono vaccinati

Un bambino di 8 anni ha combattuto contro la leucemia ed è riuscito a sconfiggerla: purtroppo, però, non può tornare a scuola perché nella sua classe cinque bambini non sono vaccinati. La famiglia del piccolo ha già inviato una diffida all’istituto di via Bobbio e non ha intenzione di smettere di lottare.
A cura di Natascia Grbic
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Bambini alla scuola materna (Fonte: La Presse)
Bambini alla scuola materna (Fonte: La Presse)

A otto anni si dovrebbe poter avere il diritto di andare a scuola, seguire le lezioni e passare il tempo con i proprio amici. E, invece, a qualcuno questo barlume di normalità è precluso. È questa la situazione che sta vivendo un bambino che non può tornare nella scuola elementare di via Bobbio perché cinque compagni di classe non sono vaccinati. Il piccolo ha passato un brutto periodo, molto difficile per un adulto, figuriamoci per un bambino della sua età: ha avuto la leucemia, ha dovuto affrontare dolorosi cicli di chemioterapia e, fortunatamente, è riuscito a sconfiggere il mostro. Ma la malattia lo ha lasciato immunodepresso e non può tornare a scuola in mezzo a bambini non vaccinati: qualsiasi cosa, anche una varicella, potrebbe essere fatale per lui. "Si è chiuso in se stesso, gioca solo ai videogiochi. Aspetta per giorni che il suo amico Andrea lo venga a trovare. È tornato un bimbo piccolo, ormai dorme solo con noi": queste le strazianti parole della madre del piccolo al Corriere della Sera.

I genitori no vax: "Non vaccineremo i nostri figli"

La malattia per il bambino è stata molto difficile. Dopo aver passato mesi a combattere contro la leucemia, il piccolo vorrebbe solo tornare a scuola. Ma finché quei cinque bambini non si vaccineranno, non può entrare in quella classe. In particolare sono due le coppie di genitori che si sono dichiarate apertamente no vax e che non hanno alcuna intenzione di far vaccinare i figli. La famiglia si è già mossa tramite un proprio legale, che ha inviato una diffida alla scuola. Ma il problema non è solo la classe di seconda elementare frequentata dal bambino: secondo i dati dell'Asl, nell'istituto il 30% dei bambini non ha fatto le vaccinazioni necessarie. "Lì ha la sua vita e io non permetterò a nessuno di causargli altri traumi – ha concluso la madre – Tornerà in quei banchi, con la mascherina, senza i capelli di prima, ma ci tornerà". Una brutta situazione, per un bambino che ne ha già vissute tante nei suoi otto anni di vita.

Regione Lazio: "Interverremo presso la scuola"

Sul caso del bambino affetto da leucemia che non può tornare a scuola è intervenuta anche la Regione Lazio, che ha deciso di intercedere presso la scuola di via Bobbio a Roma per far tornare il piccolo in classe con i suoi compagni. "La Regione Lazio ha chiesto alla Asl Roma 2 di attivarsi presso la dirigenza scolastica dell'istituto di via Bobbio a Roma per verificare le condizioni di accesso a scuola in piena sicurezza per il bambino immunodepresso – ha detto in una nota l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato – È un fatto di civiltà. Non possiamo accettare che il piccolo non possa frequentare regolarmente le lezioni con i suoi amici e con i suoi insegnanti perché non sussiste una situazione di sicurezza per la sua salute. La Asl Roma 2 attiverà tutte le procedure previste dalla legge in accordo con l'autorità scolastica per richiamare le famiglie dei bambini ancora non vaccinati e fornire loro tutte le informazioni necessarie in merito all'assoluta sicurezza dei vaccini. Se persisterà una situazione che pregiudica il diritto ad accedere a scuola in piena sicurezza per la salute del bambino di 8 anni scatteranno le sanzioni pecuniarie previste dalla normativa. Confidiamo nel buonsenso e ci auguriamo di non essere costretti ad utilizzare tutti gli strumenti di legge". Anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha espresso tutta la sua solidarietà alla famiglia del bambino, garantendo chiarezza sulla vicenda. "Questa storia è assurda! Come Regione Lazio faremo di tutto affinché questo bambino possa tornare a scuola il prima possibile. È una questione di civiltà".

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