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Roma, aggressione contro l’Ardita San Paolo: condannati 4 militanti di estrema destra

Sono arrivate ieri le condanne in primo grado contro un gruppo di estremisti di destra, per i giudici responsabili dell’agguato a colpi di spranga contro i supporter e i giocatori dell’Ardita San Paolo. Tra i condannati anche l’ex candidato sindaco di Viterbo per Casa Pound.
A cura di Valerio Renzi
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Sono arrivate ieri le condanne in primo grado contro un gruppo di estremisti di destra, per i giudici responsabili dell'agguato a colpi di spranga contro i supporter e i giocatori dell'Ardita San Paolo, squadra di calcio popolare dell'omonimo quartiere della capitale, nota per la sua natura antifascista. Condannato a 4 anni Ervin Di Maulo, mentre tre sono stati comminati a Diego Gaglini, Jacopo Magnani e Edoardo Fanti. Gaglini era stato anche candidato sindaco alle elezioni comunali di Viterbo con Casa Pound, così come risultano vicini al movimento di destra molti altri presunti partecipanti al raid. Per i quattro imputati la procura di Tivoli ha chiesto il giudizio immediato, trovandosi da 8 mesi agli arresti domiciliari, mentre nove ultrà di estrema destra fermati subito il match devono ancora essere processati.

I fatti si sono svolti lo scorso 16 novembre a Magliano Romano, quando un gruppo di supporter dell'Ardita San Paolo arriva in trasferta per seguire il match di terza categoria dove milita la loro squadra. Prima del fischio di inizio il raid: una ventina di aggressori entra nello stadio, passamontagna sul viso e casco in testa, menando colpi di spranga. I tifosi dell'Ardita non hanno nulla con cui reagire e vengono schiacciati contro un muro e colpiti con i manici di piccone. Pesante il bilancio del raid: all'impianto sportivo arrivano 4 ambulanze, uno dei tifosi è trasportato in codice rosso all'ospedale per i colpi infertigli alla testa, altri quattro sono trasportati in ospedale con gamba e braccia rotte, ecchimosi e tagli.

Da quanto ricostruito l'aggressione fu ben pianificata: arrivati a bordo di diverse auto con le targhe coperte, gli appartenenti al commando sono scesi già pronti per colpire, mentre il guidatore aspettava in auto con il motore acceso. Subito dopo il raid 9 dei presunti aggressori, 6 di Viterbo e 3 di Roma, vengono fermati al casello di Civita Castellana: in macchina caschi, passa montagna e guanti da motociclista.

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