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Roma, accusata voler uccider la figlia avvelenandola con dei farmaci assolta Marina Addati

Marina Addati, 32 anni, era stata arrestata con l’accusa di aver tentato di uccidere la figlia avvelenandola con dei farmaci. Per l’accusa avrebbe agito perché affetta da una patologia psichiatrica, e aveva chiesto una condanna a 12 anni di carcere, ma i giudici del Tribunale di Roma hanno deciso di assolvere la donna perché “priva delle competenze scientifiche, note solo agli addetti ai lavori, in materia di farmaci”.
A cura di Redazione Roma
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Marina Addati
Marina Addati

Marina Addati è stata assolta per ignoranza. Per la donna, 32 anni, era stata chiesta una condanna a 12 anni di carcere con l'accusa di aver tentato di uccidere la figlia di soli soli tre anni somministrandogli dosi di Midazolam (un farmaco contenente benzodiazepine) con il biberon. Ma per i giudici del collegio del Tribunale di Roma il comportamento della donna sarebbe da attribuire al fatto che è "priva delle competenze scientifiche, note solo agli addetti ai lavori, in materia di farmaci", come riportato oggi dal Corriere della Sera. "Le cause della malattia acuta della bambina (oggi guarita) rimangono incerte", quindi per i giudici non ci sarebbe nessuna relazione certa tra il comportamento della donna e la somministrazione dei farmaci.

Le ragioni della sentenza di assoluzione

La vicenda prende le mosse nel novembre del 2016, quando la bambina viene ricoverata all'ospedale Santobuono di Napoli. Ha un grave problema respiratorio e nel sangue vengono rintracciati livelli alti di Midazolam, che per i medici sarebbe all'origine dei disturbi della bambina che viene trasferita all'ospedale Bambino Gesù di Roma, dove continua ad avere seri scompensi respiratori. Nel gennaio del 2017 Marina viene arrestata. Secondo gli inquirenti avrebbe agito in quanto affetta da una patologia psichiatrica, la sindrome di Münchhausen. Ma per i giudici la mamma non avrebbe potuto avvelenare la figlia in ospedale, essendo piantonata quando si trova con la minore visti i gravi sospetti su di lei, quindi le crisi respiratorie non potrebbero essere addebitate alla somministrazione di Midazolam.

Marina Addati accusata di aver avvelenato la figlia minore

C'è un punto che continua ad adombrare però tutta questa storia: nel dicembre del 2015 la figlia più piccola della donna era stata ricoverata per un eccesso di ammoniaca nel sangue, episodio per cui la donna è ancora sotto processo a Napoli. Per gli inquirenti c'è il fondato dubbio che alla piccola siano state somministrate dosi massicce di acido valproico. Mentre la complessa vicenda giudiziaria che la vede protagonista va avanti, Marina Addati ha perso la potestà genitoriale su tutte e tre le figlie.

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