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Roma, 8 marzo sciopero di 24 ore dei mezzi pubblici: venerdì nero per la capitale

Sciopero dei mezzi pubblici a Roma venerdì 8 marzo: il personale Atac ha proclamato l’agitazione per 24 ore, anche se sarà garantita la normale circolazione nelle fasce di garanzia. I lavoratori hanno aderito allo sciopero globale delle donne proclamato dal movimento femminista Non Una di Meno.
A cura di Natascia Grbic
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Foto Vincenzo Livieri - LaPresse21-10-2016 - RomaSciopero dei mezzi pubbliciVincenzo Livieri - LaPresse21-10-2016 - Rome - ItalyNewsPublic transport sector strike
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21-10-2016 – Roma
Sciopero dei mezzi pubblici
Vincenzo Livieri – LaPresse
21-10-2016 – Rome – Italy
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Public transport sector strike

Sarà un venerdì nero per la capitale quello dell'8 marzo: Cobas, Usb e Faisa Cisal hanno indetto uno sciopero di 24 e 4 ore dei mezzi pubblici. A essere interessati saranno i bus periferici della Roma Tpl, e bus, tram e metropolitane della rete Atac. A rischio anche le ferrovie Termini-Giardinetti, Roma-Lido e Roma-Civitacastellana-Viterbo. Per gli scioperi di 24 ore saranno mantenute – come al solito – le fasce di garanzia: le vetture circoleranno normalmente fino alle 8.30 del mattino e dalle 17 alle 20. Venerdì 8 marzo saranno in agitazione anche i dipendenti che di alcune sigle sindacali autonome del gruppo Fs italiane: non sono garantiti quindi i treni dalle 24 alle 21. Anche gli aerei sono a rischio: il personale Alitalia ha indetto uno sciopero di 4 ore, dalle 10 alle 14. Fermi anche molti taxi dalle 8 alle 22, così come il personale Anas che sarà in agitazione per tutto l'arco della giornata.

L'adesione allo sciopero globale indetto da Non Una di Meno

Le sigle sindacali in agitazione hanno aderito allo sciopero globale delle donne proclamato per l'8 marzo. Una data di mobilitazione mondiale, che in Italia è partecipata da migliaia di persone ormai ogni anno. "L'Unione Sindacale di Base risponde all’appello di Non una di meno e proclama lo sciopero generale di tutti i settori, pubblici e privati, per il giorno 8 marzo – fa sapere Usb in un comunicato – Fra i settori produttivi in cui le donne sono maggiormente impegnate c'è il comparto del commercio, che vede una forbice salariale ancor più evidente (la differenza retributiva media italiana tra uomini e donne è del 44%) a causa del larghissimo uso del part time involontario, a cui le donne sono molto spesso costrette a causa del loro ruolo – secolarizzato dalla società – di cura della famiglia".

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