Rocca di Papa, al San Raffaele 100 contagi: “Chiedemmo di analizzare tamponi, Regione disse no”
Scambio di accuse tra la Regione Lazio e i vertici del San Raffaele di Rocca di Papa, la casa di cura dove in queste ore sono stati registrati oltre cento contagi da coronavirus tra ospiti anziani e operatori sanitari. Da una parte la Regione ha denunciato che il direttore sanitario della struttura non avrebbe i requisiti per svolgere il compito e dall'altra parte il Gruppo San Raffaele ha risposto accusando Zingaretti di aver rifiutato di far processare tamponi al laboratorio interno della casa di cura, procedura che, secondo l'azienda, avrebbe ridotto i tempi per l'individuazione dei casi positivi. Ad ogni modo, per contenere il numero dei contagi, la struttura è stata isolata e a sorvegliare le strade d'accesso a Rocca di Papa, il comune più alto dei Castelli Romani, pochi chilometri a sud di Roma, c'è l'esercito.
"Chiedemmo di poter analizzare tamponi, Regione disse no"
"Avevamo chiesto subito alla Regione Lazio, sin dal primo caso accertato, di poter processare i tamponi direttamente nella nostra struttura, dove siamo attrezzati con apparecchiature conformi ai protocolli internazionali. I tempi potevano essere molto più brevi, ma la Regione Lazio ha detto di no", ha accusato Antonio Vallone, amministratore delegato del Gruppo San Raffaele all'agenzia Agi. "Se prima che scoppiasse l'emergenza, cioè prima del 3 aprile, giorno in cui sono apparsi sintomi sospetti nel primo ospite, la Regione ci avesse consentito di fare tamponi a tutti e processarli nel nostro laboratorio, avremmo avuto i risultati in quattro ore". Invece i tamponi nel territorio della Asl Roma 6 può processarli soltanto il laboratorio del Campus Biomedico e da pochi giorni anche il laboratorio dell'ospedale di Genzano. "Il campus è una struttura di eccellenza, ma ricevono migliaia di tamponi al giorno, è chiaro che i tempi si dilatano. Il risultato del primo tampone è arrivato solo tre giorni dopo, e quelli dei nuovi tamponi che abbiamo subito predisposto il 6 aprile per i pazienti e gli operatori che hanno avuto contatto diretto con il paziente già trasferito sono arrivati il 9. Noi abbiamo seguito le procedure corrette. Gli ospiti esterni non entrano dall'8 marzo, abbiamo isolato i casi riscontrati positivi rispetto a quelli negativi, dedicando loro, in maniera esclusiva, medici e infermieri provvisti di dispositivi per la protezione individuale", ha dichiarato ancora Vallone.
Regione Lazio diffida San Raffaele: "Direttore sanitario senza titoli idonei"
La Regione Lazio ha risposto diffidando il legale rappresentante della casa di cura San Raffaele. Questo perché dal primo marzo la struttura sarebbe gestita da un direttore sanitario sprovvisto di titolo di specializzazione. Inoltre, fa sapere la Regione Lazio, "dai primi rilievi dell'audit clinico che sta svolgendo la Asl Roma 6, in accordo con il SERESMI (servizio regionale sorveglianza malattie infettive – Spallanzani) emerge che le misure di prevenzione finora adottate non risultano efficaci e che non sono state rispettate le disposizioni impartite dalla Regione sin dal febbraio scorso. La documentazione verrà messa a disposizione delle autorità competenti. Tutte le indicazioni e le prescrizioni devono essere pedissequamente rispettate per la corretta gestione clinica dei pazienti".