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Rivoluzione smart working in Campidoglio: “Niente più cartellino ma obiettivi da raggiungere”

L’assessore al Personale di Roma Capitale Antonio De Santis spiega a Fanpage.it il piano su base volontaria per far lavorare da casa il 30% dei dipendenti dell’amministrazione capitolina, anche a emergenza coronavirus finita. “Daremo la possibilità di destrutturare il lavoro nello spazio e nel tempo. Il modello di smart working a cui stiamo pensando sarà basato sul perseguimento di obiettivi, e non vincolato a un numero di ore precise di lavoro quotidiano o a un orario stabilito”.
A cura di Valerio Renzi
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"Quattro chilometri all'andata e quattro chilometri al ritorno tra l'ufficio e casa, anche io mi sono inventato una nuova routine". L'assessore al Personale di Roma Capitale Antonio De Santis ha scoperto una nuovo quotidianità, così come gli oltre 23.000 dipendenti capitolini il cui lavoro è stato riorganizzato durante il lockdown e lo sarà ancora nella Fase 2. Dagli uffici agli sportelli, dai dirigenti agli impiegati, tutta la macchina amministrativa del Campidoglio è stata riorganizzata in quattro e quattr'otto, seguendo le indicazioni del Governo e delle autorità sanitarie.

Ha annunciato l'intenzione di incentivare lo smart working anche dopo la fine dell'emergenza…

Lo smart working è diventata la modalità ordinaria di lavoro dentro la Fase 1, ed è stato necessario organizzare in brevissimo tempo le attività di migliaia di dipendenti. Ancora oggi circa l'80% dei dipendenti capitolini del settore amministrativo e del settore tecnico lavorano da remoto. Parliamo di circa ottomila dipendenti. Anche per queste prime settimane di Fase 2 abbiamo deciso di confermare lo smart working nella stessa misura che nella Fase 2, seguendo le indicazioni di incentivare il lavoro da casa dove possibile per permettere una ripartenza graduale e in sicurezza. Con una memoria di giunta abbiamo stabilito la programmazione del lavoro da casa, ovviamente su base volontaria, almeno per il 30% dei dipendenti capitolini.

Il lavoro sarà misurato sulla produttività e non sulle ore lavorato tra le timbrature del cartellino? Che ne pensano i sindacati?

La nostra idea è quella di modernizzare la macchina amministrativa, dando una possibilità in più ai dipendenti che potranno destrutturare il tempo e lo spazio di lavoro. Ripeto ed è fondamentale: l'adesione sarà esclusivamente su base volontaria. A brevissimo comincerà il confronto con i sindacati per stabilire quale sarà il modello organizzativo perché è chiaro che nell'emergenza si è agito recependo i decreti del Governo, ma ora servirà stabilire regole precise a tutela prima di tutto dei lavoratori. Il modello di smart working a cui stiamo pensando sarà basato sul perseguimento di obiettivi, e non vincolato a un numero di ore precise di lavoro quotidiano o a un orario stabilito. Già per il lavoro in sede una parte del salario, il vecchio salario accessorio, viene elargito in relazione a degli obiettivi.

La crisi sanitaria è presto diventata una crisi sociale, e gli uffici dei servizi sociali sono in grande sofferenza con gli assistenti sociali che sommersi dalle pratiche non riescono a fare fronte a tutte le problematiche. In questo contesto così difficile è bloccata la prevista assunzione di 117 assistenti sociali…

Alcune procedure erano in uno stato avanzato e altre più indietro, ma in questi mesi abbiamo fatto in modo di provvedere al fabbisogno di personale in tutti i settori di nostra competenza. Abbiamo appena concluso l'assunzione dell'ultimo blocco di agenti di trecento agenti di Polizia Locale che hanno rafforzato e rinnovato l'organico del corpo. Nelle prossime settimane chiuderemo anche la procedura per l'assunzione degli assistenti sociali previsti, perché è vero è necessario soprattutto in questo momento rafforzare i servizi sociali. Quindi posso rassicurare tutti: entro i primi giorni di giugno gli assistenti sociali saranno assunti e potranno aiutare a rispondere ai bisogni dei cittadini più fragili.

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