Rifugio Parrelli, rimandate a giudizio 9 persone: “Ora il Comune chiuda il canile lager”
Lo scorso venerdì la Procura di Roma ha deciso per il rinvio a giudizio di Giuseppina Lacerenza, proprietaria del canire Rifugio Parrelli, di due collaboratori della donna e di cinque veterinari della Asl Roma V e del direttore sanitario della struttura. Al centro di reiterate denunce da parte delle associazioni animaliste per come gli animali vi sono trattati, il Rifugio Parrelli finiva sotto sequestro nell'ottobre 2013 a seguito di un'ispezione. Nel luglio del 2014 la Lega antivivisezione (Lav) otteneva la custodia dei cani e dei gatti ‘ospitati' nella struttura fino al completo trasferimento, avvenuto lo scorso 24 marzo. Ora per cambiare definitivamente pagina manco l'atto del Comune di Roma che revoca l'autorizzazione sanitaria all'ex canile. "Ora attendiamo un atto, dovuto e deciso, da parte del sindaco Marino – afferma Lav – per disporre la revoca immediata dell'autorizzazione sanitaria all'ex canile, perché quanto di grave accaduto all'interno di quella struttura non possa mai più ripetersi. Sarebbe intollerabile che una struttura svuotata per ordine della magistratura torni ad ospitare animali e reiteri condotte di maltrattamento".
Secondo quanto dichiarato da Lorenzo Croce, presidente dell'Onlus animalista AIDAA, sarebbero almeno 7000 i cani morti nella struttura in 20 anni. "Vogliamo sapere chi ha permesso che tutto questo avvenisse senza muovere un dito per bloccare questa strage durata decenni, noi abbiamo i dati degli ultimi venti anni, ma non sappiamo cosa sia successo prima. Ma sopratutto – dichiara Croce – vogliamo sapere davvero cosa si nascondeva dietro il paravento di quel rifugio-lager, perché lì non vi erano solo attività legate al canile, ma molto altro sul quale si deve fare chiarezza una volta per tutte".