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Rieti, cinghiale abbattuto ha l’Epatite E: allarme tra cacciatori e non solo

La scoperta durante uno dei controlli a campione disposti dall’Asl sulla cacciagione abbattuta. Gli ungulati sono tra i principali vettori dell’Epatite E, che si può trasmettere all’uomo maneggiandone le carni o ingerendole crude o mal cotte.
A cura di Redazione Roma
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L'azienda sanitaria locale ha certificato l'abbattimento di un cinghiale in provincia di Rieti affetto da Epatite E. L'animale è stato analizzato dal reparto veterinario dell'Asl, e che è risultato essere portatore del virus, era uno di quelli controllati a campione. Un monitoraggio dello stato di salute degli ungulati abbattuti e poi destinati al consumo alimentare, che avviene nel Lazio così come in molte altre regioni, per ragioni di sicurezza.

La malattia si può trasmettere dal cinghiale all'uomo ed è molto diffuso tra gli ungulati, che sono tra i principali vettori di diffusione dell'Epatite E. È consigliabile per questo che i cacciatori utilizzino i guanti e prestino particolare attenzione nel trattare la selvaggina. Per quanto riguarda il consumo della carne la malattia si trasmette solo tramite l'ingestione di carne cruda o mal cotta.

Solo alcuni giorni fa sempre nel Lazio, ma questa volta in provincia di Frosinone, un altro allarme aveva riguardato la carne di cinghiale: un animale ucciso era risultato essere infetto da Trichinella, un parassita dell'intestino che può essere infettare anche all'uomo e che può arrecare seri danni all'organismo colpito.

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