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Riapre Trony a Ponte Milvio: incubo caos e traffico come per l’inaugurazione del 2011

Dopo la chiusura di tutti e otto i punti vendita per fallimento e presunta bancarotta fraudolenta che ha portato alla chiusura di tutti e 8 i punti vendita, sabato 11 novembre riapre Trony a Ponte Milvio. La speranza è che non si ripeta il caos e il traffico in delirio di sei anni fa, quando migliaia di cittadini rimasero intrappolati per l’evento di inaugurazione.
A cura di Valerio Renzi
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Uno dei cartelloni pubblicitari nel quadrante Nord di Roma
Uno dei cartelloni pubblicitari nel quadrante Nord di Roma

Trony, il negozio di elettrodomestici e tecnologia, sta per riaprire il negozio di Ponte Milvio, dopo la crisi che ha portata da un giorno all'altro alla chiusura di tutti i punti vendita romani. Ad annunciare la riapertura dello store in via Riano sabato 11 novembre, una serie di spazi pubblicitari acquistati in tutta la zona Nord della capitale, che con il noto slogan ‘Trony non ci sono paragoni'.

L'inaugurazione del 2011: caos e traffico in tilt

La speranza è che la riapertura di sabato, non provochi lo stesso caos dell'inaugurazione di sei anni fa, quando il traffico generato dall'evento aveva completamente paralizzato la zona, con ripercussioni fino alla Tangenziale e al Grande Raccordo Anulare. Un traffico tale, generato secondo le stime da 8000 presenze, che alcuni residenti sono riusciti ad ottenere un risarcimento per i disagi subiti.

La chiusura di Trony per bancarotta fraudolenta

Lo scorso febbraio, da un giorno all'altro, gli 8 punti vendita Trony di Roma hanno abbassato le saracinesche, lasciando a casa circa 180 dipendenti. La chiusura repentina è arrivata con l'accusa di bancarotta fraudolenta per Alessandro Febraretti,  dominus della Endom Spa, concessionaria unica del marchio per il territorio di Roma. Dopo mesi di trattativa il gruppo Nova-Euronics ha rilevato quattro punti vendita su otto (Ponte Milvio, via Tiburtina, Vigna Stelluti e nel centro commerciale Cinecittà2). Febbraretti e alcuni collaboratori sono accusati di aver eluso il fisco per 10 milioni di euro.

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