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Residence popolare via Val Cannuta, disabile cade dalle scale e muore: “Ascensori rotti da tempo”

Un anziano disabile al 100% è morto ieri nel residence popolare di via Val Cannuta a causa di una caduta dalle scale. Secondo quanto riportato dall’Unione Inquilini, gli ascensori sarebbero stati rotti da tempo. “Questa morte ha dei precisi responsabili”, denunciano. “Andremo fino in fondo affinché si faccia luce su questa storia ignobile”.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo disabile è morto nel residence di via Val Cannuta, che ospita le persone in attesa di ricevere una casa popolare. A denunciarlo, Fabrizio Ragucci, segretario dell'Unione Inquilini. "Non avremmo mai voluto dare questa notizia. Ieri sera è morto un Inquilino del residence di via Val Cannuta invalido al 100% mentre tentava di arrampicarsi lungo la ringhiera delle scale, impossibilitato a utilizzare gli ascensori fermi e rotti da mesi. Proprio ieri abbiamo inviato l'ultima pec con una petizione per chiedere al dipartimento politiche abitative del Comune di Roma di ripristinare gli ascensori fermi da tempo e di chiedere le dovute manutenzioni a carico della proprietà. Questa morte ha dei precisi responsabili. Dal 2005 il Comune di di Roma paga alla società "Immobiliare Pollenza 2005″ ben 2.950,000 l'anno, quota che comprende un 30% per le manutenzioni purtroppo mai effettuate. Diverse sono le persone disabili a vivere nella struttura di via Val Cannuta dove da diversi mesi si viveva senza ascensori".

Disabile morto in residence Val Cannuta: "Chiudere questi ghetti"

La situazione in cui vivevano gli abitanti del residence di via Val Cannuta era stata denunciata già qualche anno fa quando un anziano di 76 anni è stato trovato morto carbonizzato nel suo appartamento. L'episodio nello specifico era stato un tragico incidente (una stufa esplosa perché entrata a contatto con una sigaretta) ma gli inquilini hanno iniziato a denunciare la situazione di disagio sociale che si era creata in quel posto negli anni. "Andremo fino in fondo affinché si faccia luce su questa storia ignobile – conclude Raguzzi – Le famiglie che vivono in questi ghetti, per i quali i ricchi costruttori vengono pagati a peso d'oro dal comune di Roma, devono chiudere come già previsto dalla Giunta Marino e avere finalmente una casa degna di questo nome."

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