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Renato Zero parla di Roma: “Raggi inadeguata, ma nessuno vuole il suo posto”

Il cantante è tornato a parlare della capitale e della sua crisi e, pur non essendo tenero con la prima cittadina, se la prende con l’inadeguatezza di un’intera classe politica. Poi la proposta paradossale: “Torino capitale d’Italia e del Governo. Andassero tutti lì, città meravigliosa, e Roma la riconsegnassero al turismo e al patrimonio culturale”.
A cura di Redazione Roma
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Renato Zero torna a parlare di Roma, questa volta dalle frequenze di Radio Radio ospite della trasmissione ‘Le donne non capiscono', e ancora una volta non è tenero con la Città Eterna e con chi la governa. "C’è sempre questo desiderio di questa classe politica di andare a guadagnarsi la poltrona, quella del comune di Roma nessuno vuole aggiudicarsela. – ha spiegato il cantante – Non mi sento di accreditare alla Raggi tutte queste responsabilità perché lei avrebbe potuto certamente sollevarsi dall’incarico e passare la palla a qualcun altro. Ma questo qualcun altro non mi pare in grado di prendersi questa responsabilità di andare ad operare".

Una classe politica inadeguata quella descritta dal cantante, che però in particolare con la prima cittadina è durissimo: "Voglio dire che questa Raggi in fondo sta pagando, con la sua permanenza, lo scotto di qualcun altro che non ha il coraggio di andare a prendere il suo posto. Perché sarebbe molto scomodo a questo punto, per chiunque, andare ad operare in una situazione politica ed economica della città ormai tracollata. In altri tempi la Raggi sarebbe stata costretta a lasciare la poltrona molto prima di ora. Se uno contestasse veramente l’operato della Raggi, sarebbe stata sollevata dall’incarico molto tempo fa".

E poi Renato Zero fa una proposta paradossale: "Torino capitale d’Italia e del Governo. Andassero tutti lì, città meravigliosa, e Roma la riconsegnassero al turismo e al patrimonio culturale. Questo sarebbe una liberazione per Roma. Il Colosseo non si distingue dal degrado, sembra il manifesto del degrado romano. Questa città non è in grado di badare a sé stessa”.

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