Renato Zero ancora contro Virginia Raggi: “Buche e sporcizia Roma non lo merita”
Ieri è stata una giornata difficile per Virginia Raggi, politicamente forse una delle più difficili da quando è sindaca di Roma. Prima le dimissioni del Cda di Ama con una lettera che suona come un pesantissimo atto di accusa contro l'amministrazione del Movimento 5 stelle, poi la carica contro i lavorati di Roma Metropolitane che rischiano il licenziamento, con il ferimento tra gli altri del deputato e consigliere comunale Stefano Fassino e del segretario della Cgil Fp di Roma e del Lazio Natale di Cola.
Come se non bastasse sono arrivate anche le critiche di Renato Zero. Il cantante, impegnato in una conferenza stampa all'Auditorium Parco della Musica per la presentazione del suo nuovo album di inediti "Zero il Folle", non si è risparmiato da commentare la situazione della città: "Quando un essere umano attraversa Roma, che dovrebbe essere la capitale d’Italia, del governo, ospita lo stato della Città del Vaticano, io trovo assurdo che con queste componenti io debba affrontare le buche, il disagio della sporcizia e soprattutto la non capacità di risfoderare l'ottimismo e l'entusiasmo".
Parlando di uno dei temi centrali in diversi brani dell'album, quello del rapporto tra uomo e natura, Renato Zero con il suo linguaggio immaginifico è tornato a tirare in ballo la sindaca con ironia e sarcasmo: "Io ho paura che alle volte guardo il cielo e penso di avere scritto il cielo ma il mio cielo non era quello, era un cielo che si affacciava anche col temporale ma i temporali di una volta erano sorridenti, ti regalavano il sorriso, venivano a pulire quello che non puliva la Raggi".
Renato Zero contro Virginia Raggi: non è la prima volta
Già in passato il cantautore aveva critica l'amministrazione, in una video intervista a Romatoday. "Come trovo Roma? Se riesco a schivà le buche forse arrivo al Campidoglio, ma forse non ci trovo nessuno – aveva detto – I romani non se lo meritano tutto questo tracollo, bisognerebbe che qualcuno se ne rendesse conto. Siamo un popolo civile, gente che si è adattata a vivere anche nell'estrema periferia, dove l'acqua non arriva sempre e dove la luce costa di più che ai Parioli".