Regionali Lazio 2018, accordo Grasso-Zingaretti: centrosinistra andrà unito
Il centrosinistra si presenterà unito nel Lazio. Liberi e Uguali, dopo il mandato ottenuto da Pietro Grasso dall'assemblea regionale dei delegati a trattare con il governatore uscente Nicola Zingaretti per porre dei paletti programmatici, appoggerà il candidato del Partito democratico. Un unicum nel panorama politico nazionale, una scelta costata lacerazioni interne a LeU (dove soprattutto la componente di Sinistra Italiana spingeva per una lista alternativa), e fortemente voluta dal gruppo dirigente nazionale della nuova alleanza di sinistra, in particolare da Mdp.
“Ho portato all’attenzione del presidente Zingaretti le richieste emerse dall’assemblea dei delegati sul profilo politico e sui punti programmatici in tema di sanità, mobilità, ambiente, gestione dei rifiuti, lavoro – ha spiegato Pietro Grasso, che questa mattina si trovava alla Garbatella per incontrare i cittadini nel mercato del quartiere – Ci sono tutte le condizioni per costruire un’alleanza di sinistra, pertanto Liberi e Uguali sosterrà la sua candidatura alle elezioni regionali”.
Zingaretti, che oggi ha presentato la lista civica che sosterrà la sua candidatura, ha reagito così all'annuncio ufficiale del Presidente del Senato: "Sono molto contento per la scelta di Liberi e Uguali. Un importante fatto politico che arricchisce il profilo del nuovo centrosinistra regionale che stiamo costruendo. L’annuncio di Pietro Grasso rafforza la credibilità di vittoria per il 4 marzo. Su temi del programma, sulla sanità, sui rifiuti, sul lavoro, sull’ambiente e la mobilità abbiamo trovato punti di incontro e condivisione importanti che saranno utili a cambiare ed essere più forti. In questi anni abbiamo ottenuto grandi risultati ora prepariamoci a 5 anni di svolta”.
Dopo il ‘no' di LeU a Giorgio Gori in Lombardia, l'appoggio a Zingaretti rappresenta una scelta in controtendenza, l'unica competizione elettorale in cui le forze di centrosinistra si presentano unite. Un ‘modello' a cui in molti guardano, dentro LeU ma anche dentro il Partito democratico, immaginando un Pd senza Matteo Renzi.