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Referendum Atac annullato per il 3 giugno: il voto slitta in autunno. La decisione del Campidoglio

Il referendum sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico di Roma slitta in autunno. La decisione dell’amministrazione di Virginia Raggi scatena le proteste dell’opposizione: il referendum era già stato indetto per il prossimo 3 giugno.
A cura di Valerio Renzi
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La protesta dei Radicali di Roma lo scorso martedì in Campidoglio
La protesta dei Radicali di Roma lo scorso martedì in Campidoglio

L'Amministrazione capitolina di Virginia Raggi ha deciso di posticipare il referendum consultivo sul trasporto pubblico locale in data da decidere. Il referendum era già indetto per il prossimo 3 giugno. La ragione risiede nell'indizione delle elezioni amministrative in III e VIII Municipio per il prossimo 10 giugno e, visto che la legge vieta lo svolgimento di differenti operazioni elettorali nello stesso giorno, i cittadini dovrebbero tornare ai seggi per tre volte in un mese. "La ratio di tale divieto – spiegano dal Campidoglio – risiede anche nell’esigenza di evitare confusione tra consultazioni di differente natura che dovrebbero svolgersi nello stesso arco temporale. La nuova data, d'altronde, favorisce le operazioni di campagna elettorale da parte dei comitati referendari che potrebbero risultare limitata dalla vigente normativa sulla comunicazione durante il periodo elettorale. Inoltre, lo spostamento dei referendum consultivi potrà produrre un notevole risparmio economico. La consultazione del 3 giugno avrebbe un costo di 16 milioni di euro. Tale cifra potrebbe ridursi in autunno: è allo studio la possibilità di impiegare un sistema elettronico dedicato alla votazione". Una decisione comunicata all'opposizione tramite la stampa, e che ha scatenato vivaci proteste anche in aula Giulio Cesare, dove il consigliere di Sinistra per Roma Stefano Fassina è stato espulso, visto e considerato che solo l'altro ieri si è svolto un consiglio comunale straordinario proprio sul futuro di Atac.

Radicali. "Raggi paura del voto dei romani"

Il referendum, che arriva in un momento molto delicato per la vita di Atac, l'azienda municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico locale schiacciata da 1,3 miliardi di euro e per la quale è in corso una procedura di concordato preventivo per evitare il fallimento. La decisione è stata commenta così da Riccardo Magi, parlamentare dei Radicali Italiani, che hanno promosso i quesiti referendari con la raccolta di 30.000 firme, sostenendo la necessità di liberalizzare il servizio pubblico: "A 48 ore di distanza dal consiglio straordinario su Atac apprendiamo dalle agenzie di stampa che i referendum sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico è stato rinviato a settembre. E' una vergogna, la sindaca Raggi e la giunta si prendono gioco dell'aula e dei romani. La sindaca dopo aver disertato l'aula ora fa riferimento a tecnicismi che sarebbero all'origine del rinvio. Dopo il rifiuto della richiesta di accorpamento dei referendum con le elezioni municipali e la denuncia della carenza di informazione sull'argomento, oggi la Raggi prende a pretesto proprio questi argomenti per sospendere le regole sulle consultazioni dei cittadini.
Perché questa intenzione non è stata anticipata in Assemblea Capitolina? Quale novità è intervenuta nelle ultime 48 ore? Siamo di fronte ad un'ennesimo colpo di mano. La Raggi ha paura di far pronunciare i romani sul trasporto pubblico locale e prende tempo togliendo ai cittadini romani il voto"

Il Pd romano: "Slittamento referendum Atac decisione grave"

All'attacco anche il Partito democratico che parla di decisione grave e antidemocratica.  "A 48 ore di distanza dal consiglio straordinario su Atac apprendiamo dalle agenzie di stampa che i referendum sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico è stato rinviato a settembre. E' una vergogna, la sindaca Raggi e la giunta si prendono gioco dell'aula e dei romani. La sindaca dopo aver disertato l'aula ora fa riferimento a tecnicismi che sarebbero all'origine del rinvio. Dopo il rifiuto della richiesta di accorpamento dei referendum con le elezioni municipali e la denuncia della carenza di informazione sull'argomento, oggi la Raggi prende a pretesto proprio questi argomenti per sospendere le regole sulle consultazioni dei cittadini":

Comitato Mejo de No: "Questa è la partecipazione del M5s?"

Il Comitato Mejo de No, impegnato nella campagna referendaria, ha criticato la scelta dell'amministrazione: "Apprendiamo in TV che la Meleo e la Raggi hanno deciso di rinviare in autunno la data del Referendum del 3 giugno per decidere se mettere a gara il trasporto pubblico o meno. Se confermato, si tratterebbe dell'ennesimo rinvio per cercare di allentare la pressione da una consultazione che in ogni caso la mette in difficoltà. Questa amministrazione si è riempita la bocca con la partecipazione e poi non fa che rinviarla per paura di perdere il controllo. Ma se pensano di aver risolto il problema si sbagliano di grosso: come promesso li seguiremo da vicino in attesa di capire cosa succederà con il Concordato e continueremo la campagna per il No alla liberalizzazione tutto il tempo necessario per convincere i romani a non dare via la gestione del proprio trasporto pubblico. Da parte nostra annunciamo che verificheremo in tutte le sedi possibili se la decisione del Campidoglio è legittima".

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