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Rebibbia: detenuta lancia i figli dalle scale, uno è morto l’altro è gravissimo

Tragedia a Roma dove una 30enne detenuta con i propri figli li ha lanciati dalle scale all’interno della sezione Nido del penitenziario. Uno dei bambini è morto, l’altro sta lottando tra la vita e la morte. L’ospedale Bambino Gesù: “Il paziente è in condizioni particolarmente critiche con danno cerebrale severo. Il bambino è sottoposto attualmente a supporto rianimatorio avanzato e in ventilazione meccanica”.
A cura di Valerio Renzi
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Tragedia a Roma, dove una donna detenuta ha lanciato dalle scale i suoi due bambini. Uno dei figli, il più piccolo, è morto, l'altro di 3 anni è in condizioni disperate. L'ospedale pediatrico Bambino Gesù fa sapere che il piccolo paziente è in "condizioni particolarmente critiche con danno cerebrale severo. Il bambino è sottoposto attualmente a supporto rianimatorio avanzato e in ventilazione meccanica. In programma un intervento neurochirurgico". A rendere noto l'accaduto è Lillo Di Mauro, a capo della Consulta penitenziaria e responsabile della struttura detentiva Casa di Leda, collegata al carcere romano di Rebibbia. La struttura è nata per accogliere le detenute con figli piccoli. La donna si trovava nella sezione "nido" dove sono ospitate le detenute con figli minori di tre anni. Si tratterebbe di una donna di origini tedesche con problemi psichici, che all'improvviso avrebbe afferrato i figli sbattendoli contro il muro e scaraventandoli nel vuoto.

"Il fatto è avvenuto nella sezione nido femminile di Rebibbia. – ha dichiarato Di Mauro a Fanpage.it –  Una donna tedesca madre di due bambini, ha tentato di ucciderli. Sembra che uno sia morto, secondo le prima informazioni mentre un altro stanno cercando di salvarlo. Il personale dell'istituto è chiaramente sconvolto, basta pensare a cosa possa significare per loro che sono molto attenti alle questioni che riguardano i bambini. È' una tragedia per tutti noi che operiamo in questo ambito, è una notizia che ci sta distruggendo". "Cogliamo l'occasione per dire che le mamme e i bambini, per quanto ben trattati, non devono stare in carcere. Questo è l'appello che ci sentiamo di lanciare oggi, abbiamo lottato per decenni per avere una legge per tirarli fuori dal carcere, sarebbe opportuno che questa legge venisse applicata fino in fondo", ha concluso.

La detenuta che ha ucciso suo figlio è una ragazza di 30 anni

In mattinata la donna aveva in programma un colloquio con i suoi parenti, almeno stando a quanto si apprende da fonti del Dap. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone, coordinatore del pool che si occupa dei reati sui minori, sta svolgendo un sopralluogo a Rebibbia e a breve aprirà un'indagine per omicidio e tentato omicidio. Secondo quanto si apprende, la detenuta che ha ucciso suo figlio ha 30 anni ed era in carcere per reati legati alla droga. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è recato in visita al carcere:"Prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici, che stanno facendo sicuramente di tutto. La magistratura sta già facendo i suoi accertamenti. Posso soltanto dire, non posso aggiungere null'altro, che il ministero chiaramente ha già aperto una inchiesta interna per verificare le responsabilità", ha dichiarato il Guardasigilli.

"Non aveva dato alcun segno di squilibrio. Le ragazze seguite nella sezione nido sono poco più di una dozzina, i bimbi un po' di più, una quindicina. Ci sono operatori, psicologi, è tutto controllato. La donna comunque non aveva un supporto psichiatrico. Era tutto tranquillo…", racconta uno degli operatori del carcere. "Le donne stavano rientrando in sezione, quasi tutte per il pranzo. Ma ad un certo punto quella ha preso i bimbi e li ha scaraventati a terra. Ha agito quando era su un piccolo pianerottolo di non oltre due o tre scalini. Il suo gesto è stato repentino e di incredibile violenza. Non era successo nulla. Era tutto tranquillo", ribadisce. Anche se, stando a quanto apprende l'agenzia Ansa, la donna sarebbe stata sottoposta in passato a controllo medico dopo alcune segnalazione da parte degli agenti della polizia penitenziaria. Secondo Daniela De Robert, componente del collegio del garante nazionale dei detenuti, la donna era detenuta in custodia cautelare da meno di un mese per spaccio di droga. Per De Robert la sua scheda non riportava particolari problemi psicologici o episodi di aggressività

La nota del Bambino Gesù: "Danno cerebrale severo"

L'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma informa in merito alle condizioni del secondo bimbo, che sta lottando tra la vita e la morte: "Alle ore 13 di oggi è giunto al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù un bimbo con grave trauma da precipitazione. Le condizioni sono particolarmente critiche con danno cerebrale severo. Il bambino è sottoposto attualmente a supporto rianimatorio avanzato e in ventilazione meccanica. In programma un intervento neurochirurgico. Il paziente è in prognosi riservata".

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