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Raggi sullo stadio: “Nessuna colata cemento, è il Pd che ha pensato interessi particolari”

La sindaca della Roma Virginia Raggi torna sulla questione dello Stadio della Roma: “Con noi nessuna colata di cemento, il progetto è stato approvato dal Pd e della giunta Marino che hanno pensato ad interessi particolari”.
A cura di Valerio Renzi
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Con un post sul blog di Beppe Grillo, la sindaca di Roma Virginia Raggi, torna a parlare della questione Stadio della Roma, additando il Partito democratico della responsabilità delle cubature fuori dal Piano regolatore, e spiegando la trattativa in corso con la società e i costruttori. "Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo un vizio che non vogliamo perdere per alcuna ragione: dire le cose come stanno, con chiarezza e senza sotterfugi.  – ha spiegato Raggi – Sullo stadio di Tor di Valle questa amministrazione non ha alcun accordo con la società. Stiamo lavorando, alacremente e con grande serietà, attraverso una delicata trattativa – tutt'ora in corso – con gli attori in campo".

Poi la sindaca punta il dito contro la passata amministrazione: "Il progetto dello stadio a Tor di Valle lo ereditiamo dal sindaco Marino e dalla maggioranza Pd che, nel loro stile, hanno pensato più agli interessi particolari che a quelli generali, cioè di tutti i cittadini romani. Così, al nostro insediamento, ci siamo trovati con un progetto con una eccedenza di edificazione SOLAMENTE del 70 per cento in più rispetto a quanto previsto dal piano regolatore generale". La paura, a questo punto dell'iter, è una causa che la società potrebbe intentare contro l'As Roma. Una causa che Raggi paventa come "multimilionaria" che sarebbe colpa solo "degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd che hanno creato i presupposti per il mancato guadagno".

Immancabile infine l'attacco alla stampa, dopo la polemica di ieri su una chat tra Di Maio e Raggi dove si parlava di Marra: "Oggi, di fronte alla volontà di trovare un accordo per dare ai romani una struttura sportiva all'altezza del millennio e delle grandi capitali europee, il dito è sempre puntato contro di noi. Insomma, comunque vada, siamo sempre additati. Ce ne faremo una ragione. Noi continuiamo a lavorare per i romani, lasciamo agli altri le chiacchiere da giornale".

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