Raggi risponde a Costa: “No a nuove discariche” e rifiuti ancora fuori Roma
Ormai il pressing sulla sindaca Virginia Raggi per arrivare alla definizione dei siti per la costruzione di nuovi impianti sul territorio di Roma e provincia, arrivando così a chiudere il ciclo dei rifiuti della capitale dopo la chiusura di Malagrotta, è quasi quotidiano. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha posto una deadline alla fine del prossimo mese per arrivare a chiudere la partita con Roma Capitale e Regione Lazio. Nonostante le smentite su tensioni tra Campidoglio e ministero (il ministro Costa è stato voluto con forza dal M5s), i punti di vista al momento sembrerebbero essere distanti. Per capirlo basta ascoltare le parole pronunciate ieri da Raggi a Radio Radio, preludio al vertice a due che si terrà il prossimo mercoledì: "Dovremmo sfruttare gli impianti già esistenti superando la logica degli Ato (ambiti territoriali ottimali) in cui si applica il principio di autosufficienza".
Tradotto: nessun nuovo impianto e nessuna nuova discarica così detta di "servizio", ovvero che funzioni solo in attesa dell'aumento delle quote di differenziata che dovrebbero renderla inutile, sul territorio della capitale. Roma per smaltire la propria immondizia vuole continuare ad utilizzare gli impianti che già ci sono, siano o no sul territorio della Città Metropolitana. Nessuna risposta sulla chiusura dell'impianto Tmb Salario contro cui sabato hanno manifestato almeno 2000 cittadini, assediati da anni dai miasmi, su cui il ritornello è sempre lo stesso: "Spingere al massimo la differenziata". Un obiettivo condiviso da tutti gli schieramenti e gli attori in campo, ma che ha bisogno di investimenti e assunzioni (e Ama è una società in grande sofferenza) e soprattutto di tempo. "Ama sta lavorando per creare un'altra tipologia di impianti, impianti di compostaggio, per la differenziazione e separazione delle plastiche – ha aggiunto Raggi – dobbiamo puntare su un'altra tecnologia".