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Raggi: “Rinomineremo le strade di Roma dedicate a chi firmò il ‘Manifesto della Razza’ fascista”

La sindaca ha annunciato di voler rinominare le vie e le piazze di Roma intitolate agli scienziati che firmarono il ‘Manifesto della razza’ del 1938. Si tratta di largo Donaggio e via Zavattari.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi alle Fosse Ardeatine
Virginia Raggi alle Fosse Ardeatine

Virginia Raggi ha annunciato di voler rinominare le vie e le piazze di Roma intitolate agli scienziati che firmarono il ‘Manifesto della razza' del 1938. La sindaca lo ha detto in un'intervista contenuta nel documentario di Pietro Suber "1938. Quando scoprimmo di non essere italiani". "Abbiamo già avviato le procedure e le verifiche per far sì di rinominare tutte quelle strade e piazze della Capitale che sono state intitolate a coloro che sottoscrissero il Manifesto della razza. Dobbiamo cancellare queste cicatrici indelebili che rappresentano una vergogna per il nostro Paese. Questo può essere anche un esempio per tanti altri comuni che, come Roma, si trovano ad avere strade intitolate e questi personaggi", ha detto la sindaca.  "Roma condanna le leggi razziali, la nostra città è orgogliosamente antifascista. Per questo utilizzeremo ogni strumento disponibile per combattere quei rigurgiti di violenza e discriminazione che non vogliamo tollerare", ha detto ancora Raggi nel corso dell'intervista. Il documentario di Suber uscirà in occasione dell’anniversario degli ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali. Le vie romane in questione sono largo Arturo Donaggio (zona Torrevecchia), all'epoca direttore della Clinica Neuropsichiatrica dell’Università di Bologna e Presidente della Società Italiana di Psichiatria, e via Edoardo Zavattari (zona Castel Romano), direttore dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Roma.

Il ‘Manifesto sulla purezza della razza' del '38

Il ‘Manifesto sulla purezza della razza', pubblicato il 14 Luglio 1938, è il primo documento che attesta le leggi razziali fasciste. Fu firmato da dieci autorevoli scienziati italiani dell'epoca. Al primo punto si sosteneva che ‘le razze umane esistono', frase che la scienza odierna ha confutato.

Si leggeva: "L’esistenza delle razze umane non è già un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti".

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