Raggi indagata per falso e abuso d’ufficio: gli sms con Marra mettono nei guai la sindaca
Come ampiamente preventivato ieri è arrivata la convocazione da parte della procura di Roma per la sindaca Virginia Raggi, iscritta al registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio e falso in relazione alla promozione di Renato Marra dal corpo di polizia locale a dirigente della direzione Turismo. Se l'accusa d'abuso d'ufficio era quella preventivata, quella di falso ha messo in allarme il Movimento 5 stelle.
La chiave dell'inchiesta che potrebbe mettere nei guai la sindaca è contenuta nelle conversazioni via sms, Telegram e Whatsapp, acquisite nell'indagine che ha portato in carcere con l'accusa di corruzione l'ex braccio destro di Raggi Raffaele Marra, assieme al costruttore Scarpellini. "Potevi dirlo prima questa cosa dello stipendio, mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire”, scrive Raggi a Marra, una volta saputo che Renato Marra avrà un cospicuo aumento di 20.000 euro l'anno grazie alla promozione firmata dal fratello Raffaele, messo a capo del personale capitolino.
In un altro scambio di messaggi Raffaele e Renato discutono della promozione e dell'aumento di stipendio. Dato che secondo il codice di comportamento dirigenti pubblici non possono decidere direttamente sulla promozione dei parenti, Virginia Raggi decide di difendere il suo collaboratore e scrive all'anticorruzione, assumendosi tutta la responsabilità della promozione di Renato Marra, asserendo di aver agito in autonomia e riducendo il ruolo di Raffaele Marra a quello di un semplice tecnico. Ma quello che emerge dai frammenti di conversazione riportati sulla stampa mettono in dubbio quanto scritto nero su bianco nella memoria firmata dalla sindaca e inviata agli uffici di Raffaele Cantone.
Le intercettazioni delle conversazioni telematiche racconterebbero un'altra storia, e la sindaca rischia di pagare caro i suoi errori, anche se le dimissioni al momento non sono un'ipotesi presa in considerazione dal Movimento 5 stelle.