Raggi chiede a Ignazio Marino 37 milioni: sono i costi sostenuti dopo la chiusura di Malagrotta
Ignazio Marino è stato raggiunto a Philadelphia, dove è tornato a vivere dopo la cocente delusione della sua esperienza da sindaco di Roma, da un avviso di messa in mora da parte di Roma Capitale. Il ritorno negli Stati Uniti non è bastato a chiudere i conti con l'esperienza da prima cittadino, non solo in senso politico ma anche economico. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano la Repubblica infatti, il Campidoglio ha chiesto a Marino e agli ex dirigenti del Dipartimento Ambiente di versare 37 milioni di euro nelle casse del comune.
Ma da dove viene la stratosferica cifra che l'amministrazione Raggi chiede con l'atto di messa in mora? Si tratterebbe del costo del mancato raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata in città, con la conseguente necessità di smaltire fuori regione o addirittura all'estero tonnellate d'immondizia da dopo la chiusura della discarica di Malagrotta avvenuta nel 2013 ad opera proprio di Marino.
La mossa dell'amministrazione capitolina arriva a seguito dell'azione della Corte dei Conti. La magistratura contabile vuole capire perché i piani non sono stati rispettati. Nel 2016 la raccolta differenziata doveva già essere al 65%, oggi è ferma ancora al 44,3%. La colpa di chi è? Come da ritornello "di quelli di prima", quindi proprio dell'ex sindaco e dei dirigenti competenti, tanto che di fronte alle indagini della Corte dei Conti nell'atto visionato da Repubblica è messo nero su bianco che "si rende necessario procedere essendo venuta in rilievo l’esistenza di un danno erariale derivante dal mancato raggiungimento delle predette percentuali di raccolta differenziata, alla messa in mora, a tutela di Roma Capitale, dei diversi soggetti responsabili".